"Suonare è la condizione migliore per sentirsi sempre a proprio agio" parola degli Strani Giorni
Gli Strani Giorni sono attivi sulla scena indipendente italiana dal 2004. Roberto Maccaroni (chitarra e voce), Daniele Teodorani (batteria e percussioni), Stefano Proietti (basso fino al 2011) e Patrizio Placidi (basso dal 2011) sono le anime del gruppo attivo da 10 anni.
Da quel dì ne è passata di acqua, e di musica, sotto ai ponti e il 28 Marzo 2014 è uscito il loro ultimo album “L’invisibile Spazio” che porta la band ad esibirsi live in tutta la nostra penisola e noi di MIE abbiamo deciso di fare una chiacchierata con loro.
Ciao ragazzi, innanzitutto grazie per aver accettato la nostra intervista.
Partiamo dall’inizio, cosa ricordate di quei giorni del 2004 in cui è nato tutto?
Gli Strani Giorni sono il frutto di una profonda amicizia e nascono con l’idea e la voglia di creare un proprio spazio dove poter condividere ed esprimere senza nessuna forma di censura, emozioni, pensieri, stati d’animo. È incredibile pensare a come questi 10 anni siano passati velocemente, tra viaggi interminabili, concerti indescrivibili, risate, delusioni e grandi soddisfazioni. Tutto sempre con la voglia di rimanere uniti e di portare avanti con impegno e leggerezza il nostro piccolo grande sogno!
In questi anni avete calcato il palco di molte manifestazioni, romane e non, come vi trovate nel mondo indie? È vero, come si dice spesso, che in Italia c’è tanta bella musica che vive nascosta e che per fortuna ha, grazie a tanti locali e club, l’opportunità di far conoscere la propria musica?
Suonare è in assoluto la condizione migliore per sentirsi a proprio agio in qualsiasi ambiente. Crediamo che la musica sia un linguaggio universale, quindi un posto vale l’altro, l’importante è che ci siano delle persone predisposte ad ascoltarci poi se per mondo indie si intende quei club frequentati da persone un po’ snob, con la puzza sotto al naso , che ti giudica solo per il tuo aspetto esteriore o per come sei vestito ancor prima di averti sentito suonare…beh sinceramente.. ci divertiamo ancora di più (ridono ndr.). È ovvio che in Italia c’è tanta bella musica ma non sempre quello che vediamo in televisione o ascoltiamo alla radio corrisponde alla realtà, fortunatamente c’è un mondo artistico parallelo che si muove e si alimenta nei club e nei piccoli locali che noi definiamo come posti “della resistenza” gestiti con coraggio ed entusiasmo da imprenditori che si contrappongono con forza agli show business delle multinazionali!
Il vostro nome è ispirato a un brano di Battiato e immagino che ammiriate molto il maestro. Avete altri punti di riferimento, artisti che ammirate e a cui vi ispirate e/o con cui sognate di collaborare?
Franco Battiato è sicuramente uno degli artisti più talentuosi e geniali che abbiamo in Italia, nostra continua fonte d’ispirazione come del resto tutto il cantautorato nostrano; Lucio Battisti, Ivan Graziani, Tenco, Fossati ma anche gruppi internazionali come Cure e Police che ammiriamo da sempre e con i quali sarebbe davvero elettrizzante poter collaborare o condividere il palco anche per una sola volta.
In 10 anni di gavetta avete partecipato a programmi su radio, giornali e tv pubbliche e private, avete insomma avuto a che fare parecchio con il mondo dei media, come è normale che sia, come vi siete trovati? Avete avuto sempre la sensazione di essere liberi di dire ciò che volevate o qualche volta vi siete sentiti un po’ censurati?
Sicuramente l’ambiente radiofonico e televisivo ha strutture e dinamiche completamente diverse dal mondo del live, dei locali, delle cantine…bisogna imparare a gestire stati d’animo ed emozioni con grande controllo. Tanti anni di sacrifici e gavetta hanno sicuramente contribuito a farci sentire più tranquilli e rilassati in certe situazioni. Nonostante tutto in Italia c’è ancora la possibilità di poter dire quello che si pensa senza troppe censure, prima di dire qualcosa di forte però bisogna pensarci bene, bisogna essere davvero convinti, pronti e disposti ad assumersi le conseguenze e le responsabilità di ciò che si afferma!
È nota ai più la vostra stretta collaborazione col cantautore romano Fabrizio Moro a cui spesso avete aperto i concerti. Com’è il vostro rapporto con lui?
Fabrizio Moro è un grandissimo artista e soprattutto un ragazzo semplice e molto generoso, ci ha dato la possibilità di crescere artisticamente facendoci esibire per alcuni anni prima dei suoi concerti.
È stata un’esperienza molto costruttiva ed emozionante che ci ha permesso di avere oltre ad un grande miglioramento tecnico anche una grande visibilità. Ci è sempre molto vicino musicalmente parlando e sul nostro ultimo album “L’INVISIBILE SPAZIO” ha contribuito con alcune intuizioni di arrangiamento davvero straordinarie !!!
Il vostro “L’invisibile Spazio” sta andando molto bene, il disco piace e le vostre date contano sempre più presenze. Qual è il vostro bilancio personale? Avete già in cantiere un nuovo album?
Siamo davvero molto entusiasti e orgogliosi della riuscita di questo nostro terzo album! La conferma ci sta arrivando anche attraverso le vendite, dall’affluenza delle persone ai live e soprattutto dalla fiducia dei gestori di locali che si stanno mettendo a nostra completa disposizione. Anche se siamo concentrati sul tour invernale, tra un viaggio e l’altro appena siamo in sala prove coltiviamo con molta cura alcune idee per il prossimo lavoro discografico ma è ancora un po’ presto…ogni cosa a suo tempo .
Grazie Strani Giorni, regalateci un saluto per i lettori di “MIE – Musica Italiana Emergente” con un incoraggiamento per chi ha intrapreso da poco il proprio cammino artistico nella musica.
Bisogna credere in se stessi e nelle proprie idee, avere il coraggio e la forza di difendere i propri sogni con passione e onestà che alla fine la qualità paga sempre. Bisogna essere semplici, sinceri, le persone sono molto sensibili e si accorgono sempre quando un messaggio viene trasmesso con trasparenza! Strani Giorni
Alessio Boccali