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Stato di calamità della cultura: le iniziative di Regione Puglia e Comune di Foggia

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Salvatore Imperio
di Salvatore Imperio

La pandemia ha messo in evidenza i molti problemi che il comparto della cultura e spettacolo vive ogni giorno.

Tra contratti di lavoro ad intermittenza e aliquote IVA non adeguate, soprattutto per chi lavora con la musica, quel che è certo è che le istituzioni non hanno ancora ben presente che lo stato di calamità, paragonabile a quello storicamente attuato in agricoltura dopo un evento distruttivo imprevedibile, sta investendo oggi tutti i lavoratori dello spettacolo. E l’evento distruttivo imprevedibile è il blocco totale imposto dallo Stato a fine febbraio.

 

Le proteste in piazza non sono mancate grazie all’organizzazione spontanea di attori, musicisti e tecnici che, oltre ad elaborare proposte concrete per valorizzare e tutelare il lavoro come accade in Francia e Germania, hanno messo in atto flash mob e proteste in ben 15 città come è accaduto il 30 Maggio.

 

Le richieste sono chiare e tutti i lavoratori dello spettacolo hanno fatto appello a tutti i livelli istituzionali perché il rischio di perdere maestranze, professionalità e intere aziende è molto più concreto di quanto si percepisca e sono stati già denunciati casi in cui si propongono lavori sottopagati con la scusante del covid19.

 

La Regione Puglia e il Comune di Foggia, ad esempio, non hanno ancora preso in considerazione le proposte arrivate dai lavoratori dello spettacolo residenti in Puglia ed hanno, nel frattempo, preso iniziative che hanno poco a che fare con la difesa del proprio comparto creativo.

 

La Regione Puglia e il Comune di Foggia

La Regione Puglia, come da dichiarazione del Presidente Emiliano e dell’assessore Capone, ha approvato il Piano straordinario per la cultura e lo Spettacolo “Custodiamo la cultura”.

È molto strano che il salvataggio della cultura possa arrivare attraverso lo stanziamento di centinaia di migliaia di euro per il Medimex D., che riguarda appuntamenti on line in cui interverranno personaggi come Ghemon, Tommaso Paradiso e molti altri.

La ricaduta sul territorio sarà praticamente nulla.

 

Il Comune di Foggia, invece, punta su una Foggia Estate “alternativa”.

Di altra finalità è l’iniziativa del Comune di Foggia che, dopo le audizioni di una rappresentanza dei lavoratori dello spettacolo presso la Commissione Bilancio, ha pubblicato una manifestazione di interesse finalizzata all’individuazione di soggetti e organismi, operanti sul territorio, per realizzare laboratori, percorsi botanici ed attività per bambini, in cui la musica non è neanche lontanamente presa in considerazione.

 

Insomma, se il Governo si è messo in moto per riconoscere finalmente i lavoratori della cultura con tutti i suoi talenti, le sue maestranze e le sue professionalità, non si può di certo dire che la Regione Puglia e il Comune di Foggia abbiano recepito lo stato di calamità che, soprattutto per musica, teatro e cinema, può portare velocemente ad una apocalittica crisi, distruggendo tutto il lavoro fatto negli anni da chi deve combattere ogni giorno tra leggi fiscali vecchie di decenni che non sono mai state aggiornate col progressivo cambiamento dell’economia, che ha portato il digitale ad essere il mezzo di diffusione più utilizzato.

 

Di certo non saranno dei webinar sulla sopravvivenza al Covid o la concessione gratuita di uno spazio pubblico che potranno essere una risposta concreta alle centinaia di maestranze e professionalità della cultura che ormai protestano e propongono di legiferare per il comparto da quasi novanta giorni.

 

La Regione Puglia e il Comune di Foggia hanno avuto la possibilità di attuare degli aiuti semplici e utilizzando fondi già disponibili. Perché non l’hanno colta? Perché non hanno neanche tentato un dialogo con i proponenti?

Perché, quando il popolo chiama, le istituzioni territoriali non rispondono?

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