Sire racconta il nuovo singolo dedicato alla città piemontese. L’intervista su MIE.
Come Torino Dall’Alto, il nuovo singolo dell’artista torinese Sire, descrive la fine di un amore intenso e controverso tanto quanto le emozioni che il capoluogo piemontese è capace di trasmettere ai suoi abitanti.
E’ un brano dal significato agrodolce, come la bellezza di Torino: così come la città, anche la fine di una relazione importante porta ad emozioni contrastanti, con un fascino intenso nascosto anche nelle giornate più fredde e cupe.
COME TORINO DALL’ALTO – Videoclip Ufficiale
L’intervista a Sire.
Questo singolo rappresenta una maturità artistica non indifferente. Com’è cambiato il tuo modo di fare musica nel tempo?
Prima forse aspettavo l’ispirazione e lasciavo che la musica dettasse le parole per il testo, a volte neppure sapevo di cosa volevo scrivere una volta cominciata la scrittura.
Ora invece sono più consapevole: voglio parlare di quella cosa o di quell’altra, accendo il pc, costruisco la strumentale e vado dritto al punto. Ci metto molto di più a scrivere un testo perché non mi accontento di quello che viene ma ricerco davvero tanto ogni parola.
“Come Torino dall’alto” è il tuo nuovo singolo, parlaci di questo brano così intimo ed evocativo.
Parlo di tutto quello che vivo. La mia ultima relazione è forse stata la più bella mai vissuta. Non credo di essere mai stato così bene con una persona. Stavamo bene, io stavo bene lei stava bene.
Solo che ci sono persone che per paura di star male a volte rovinano tutto. Era un periodo un po’ strano e ad alcune cose non so dare una spiegazione.
Certo manca ma doveva andare così affinché capissi determinate cose. Non do la colpa a nessuno. Infondo le cose belle durano poco, si sa.
Non ho mai parlato di un amore bello in tutta la mia vita, nei miei testi. Ho sempre vissuto relazioni tossiche la gran parte delle volte. Questa volta invece no, conservo le cose belle e basta. Credo che nel brano si capisca.
MIE Vol.15, la playlist di Marzo firmata Musica Italiana Emergente.
Cosa pensi riguardo la situazione musicale odierna in Italia?
In realtà non ho molta simpatia per la musica italiana. Credo che ci sono davvero pochi big che facciano musica col cuore e risultano real per davvero , prendo ad esempio l’ultimo disco di Marra.
Gli emergenti invece li trovo tutti uguali e non li biasimo, ormai gli ascoltatori vogliono musica leggera e priva di contenuti quindi si adeguano. Io spero di continuare a raccontare quello che vivo sempre. È terapeutico.
Quali sono gli artisti ai quali più ti ispiri durante la composizione dei tuoi brani?
Sicuramente Marracash, il suo ultimo disco mi ha confermato che , a livello di testi, è il migliore. Non credo in Italia ci sia qualcuno che eguagli tanta bravura. Mi piacerebbe arrivare a quei livelli.
Musicalmente invece mi piace molto Jacob banks e Billie Ellish.
Dalla tua biografia (che lasciamo di seguito) si nota che sei molto attivo in ambito live, quando potremmo avere la possibilità di ascoltarti dal vivo?
Sto partecipando a un concorso che mi vedrà live per la finale al Palafiori di Sanremo il giorno 3 e 4 febbraio.
Poi di sicuro quest’anno sarò un po’ in giro per l’Italia. Aspetto un live a cinisiello ma non so ancora bene la data e poi quest’anno parteciperò ancora al Tour Music Fest, incrocio le dita.
Quali sono nell’immediato i tuoi progetti futuri?
Non lo so con precisione. Ho lavorato a un disco negli ultimi mesi e ho tracce sufficienti per fare uscire un buon progetto ma la mia vita in questo periodo è in costante cambiamento e ogni giorno sento di avere cose nuove da dire, argomenti che prima non avevo mai toccato.
Non so quando chiuderò il disco. Per me fare un disco vuol dire racchiudere un periodo della mia vita in un progetto, per poi voltare pagina, vivere cose diverse e fare un nuovo disco. Non so se questo periodo, per quanti cambiamenti comporta, sia finito, non so se voglio chiudere questo capitolo o continuare a trarne ispirazione.