Santo e Stone: “Cronico” tra rap, trap e indie rock
Sempre più spesso assistiamo alle derive artistiche e concettuali di stili che in un passato recente hanno determinato mode e trend anche grazie alla rigidità delle loro forme.
Ecco dunque un altro esempio di come rap, trap, elettronica e pop-rock si contaminano assieme. Dalla crew torinese Vero x Vero nasce il progetto dei Santo e Stone, al secolo Davide Sanfratello e Federico Dipasquale. Duo che esordisce con un disco dai tratti adolescenziali, periferici ma anche molto devoti ad una scena italiana tardo anni ’90.
“Cronico” suona molto bene tra le tante cose e forse avrebbe potuto osare molto di più anche in ragione di una libertà espressiva davvero interessante. Si torna in provincia con il suono e con il mood, nel futuro di oggi dentro cui far cavalcare i grandi cliché della musica pop digitale che ormai sono il nostro pane quotidiano
Caramelle gommose, il video ufficiale.
L’intervista ai Santo e Stone
Un esordio interessante che parla di verità. Partiamo da questa parola: che rapporto avete con la verità?
È la base che lega i nostri rapporti, senza verità sarebbero rapporti costruiti.
Che poi anche la crew si chiama Vero x Vero… cioè? Cosa significa nello specifico e cosa sta ad indicare?
Il termine Vero x Vero è nato dal puro caso, mentre si stava scrivendo un testo e si parlava dell’amicizia.
È il legame che ci accomuna da sempre, lealtà e onestà vanno sempre al primo posto di pari passo nel nostro rapporto.
Stiamo canalizzando tutte le nostre forze in questo progetto per migliorare la qualità delle nostre vite, condividendo però un progetto comune.
Dobbiamo tanto a Francesco Fabio e Erik, ci supportano e ci stimolano dal primo giorno, sono stati loro i primi a credere in Santo e Stone, e tutt’ora sono in prima linea per aiutarci a divulgare la nostra musica in tutta Italia .
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Sposate le trame classiche del rap dentro ruvidi disegni di pop rock. Come nasce questa commistione?
Nasce da correnti diverse, influenze del passato e non, ci è piaciuto molto sperimentare strumentali fuori dal nostro abituale , inserendo all’interno sempre però il nostro timbro.
Quanto conta saper parlare e arrivare alla gente? Quanto conta invece portare la gente verso di voi? E le cose sono diametralmente opposte…
Possono essere opposte, ma sono strettamente collegate secondo noi. Sapere parlare, esprimersi in maniera corretta, non è scontato, anzi, è importantissimo, oltre che nella musica anche nella vita di tutti i giorni. Se le persone comprendono quello che stai facendo attraverso te e non gli altri, e condividono quello che fai, inevitabilmente le stai portando verso di te e difficilmente si allontaneranno, perché sposano la causa come l’hai sposata tu.
In chiusura “Cronico” è soprattutto un disco di consapevolezza per quel che conta davvero. È cronica la nostra malattia di pensare in negativo… vero?
Prendiamo come complimento la prima parte della domanda, ti ringraziamo e siamo contenti sia arrivata maturità e consapevolezza al nostro primo album. È molto importante per noi. Pensare in negativo… è un concetto difficile poiché siamo noi a decidere cosa pensare, sempre, ma siamo anche molto fragili e influenzati dal mondo esterno.
La negatività non fa bene all’uomo, sia alla mente che al corpo, bisogna prenderla e chiuderla nel cassetto, toglierla dai pensieri principali e lasciare spazio alla positività, che trasforma i nostri giorni, in giorni migliori.