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Recensione: Sergio Pennavaria – Ho più di un amo nello stomaco.

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Salvatore Imperio
di Salvatore Imperio

Sergio Pennavaria non è un semplice cantautore ma un poeta prestato alla musica italiana: un ponte che riesce a collegare la tradizione e la storia siciliana alla terra ligure che, sappiamo tutti, ha donato tanto alla musica italiana.
Il “poeta della musica” è tornato con un album che è stato anticipato dal videoclip del singolo “Due parti precise di me”, diretto da Max Billia, che ha visto la partecipazione straordinaria di Gaia Aprea.

Il videoclip di “Due parti precise di me”.

Con quest’album, Sergio Pennavaria si rivela una grandissima conferma, un “porto sicuro” per la musica italiana.
Un’attesa lunga quella a cui Sergio ci ha quasi costretto che si è fatto perdonare con le dodici canzoni contenute in quest’album tra ballate, storie di migranti e amori invisibili, molto lontano da “Senza lume a casaccio nell’oscurità” ma che confermano le grandi doti poetiche e cantautorali di uno dei protagonisti del fermento artistico ligure e nazionale.

In “Ho più di un amo nello stomaco”, i testi e le musiche tornano elementi fondamentali, anzi vitali, per fare musica sensata (quella che ci lascia qualcosa dentro) ed è da considerare come un album che rispetta assolutamente ciò che reputo vera musica e ancor di più musica italiana.
Tra ballate, storie di migranti e amori invisibili, con questo album, Sergio Pennavaria conferma di essere pronto a ricevere un ideale passaggio del testimone dai grandi della musica italiana perché è riuscito a ridare lustro a ciò che ha fatto grande l’Italia del mondo cantautorale.

Sergio Pennavaria – Live Su La Testa 2018

La poesia torna in canzoni meravigliose come “L’amore invisibile” in cui c’è  quel Davide Geddo autore di “Cammina cammina” pezzo eccezionale, potente canzone allo stesso tempo struggente ed elegante è “Nel mondo senza tempo” con la voce e la chitarra di Marco Berruti, attualissima, in cui Sergio racconta la storia di un migrante in un mondo in cui si è tutti uguali.
Cosa dire ancora di un album che non racchiude semplici canzoni ma poesie: stupefacente e senza alcuna “canzone di riempimento” come fanno alcuni.

Questo è un album che non si riuscirà a gustare del tutto ascoltandolo sui digital store, ma solo “consumandolo” nel suo supporto fisico.
L’ultima canzone di quest’album è “Il palamito”, canzone  in cui torna la voce che ha fatto conoscere Sergio Pennavaria, quella di “Senza lume a casaccio nell’oscurità” o per meglio dire, dì “La verità”.
Bentornato Sergio, con questo album hai risposto a tutti quelli che pensano che il vero cantautore si sia estinto. 

L’album su Spotify.

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