Nuovo singolo del cantautore Rocco. L’intervista su MIE.
La pelle non mente è il nuovo singolo del cantautore Rocco. Una canzone gioiosa, estiva, una canzone d’amore? Sì e no. Sicuramente c’è l’estate dentro il nuovo brano di Rocco, ma c’è anche la voglia di raccontare una visione del mondo più complessa di quella che può stare dentro una canzone pop.
In seguito al periodo di lockdown, per l’epidemia da SARS-Covid-19, scrive insieme a Francesco Tirelli e con la collaborazione dei follower, durante delle dirette Instagram, il brano “Nankurunaisa – andrà tutto bene”.
Il brano racconta il difficile periodo legato alla quarantena, ma contiene soprattutto un messaggio di speranza in un futuro in cui “torneremo a ballare, a cantare e ad abbracciarci”. Il “progetto Nankurunaisa” ha sostenuto inoltre una raccolta fondi per il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, a favore della quale sono donati anche tutti i proventi dell’iniziativa.
La pelle non mente, il videoclip ufficiale
Benvenuto Rocco. Come nasce il tuo percorso nella musica?
La musica la scopro a 3/4 anni quando mi regalano la mia prima tastiera. Poi arriva la chitarra, le prime esperienze in un gruppo e la scrittura delle mie prime canzoni. Recentemente, in seguito all’incontro con un’etichetta indipendente, ho intrapreso il mio progetto solista, con la pubblicazione dei miei primi singoli.
Nel periodo di lockdown non sei stato sicuramente fermo. Vuoi raccontarci cosa hai fatto e la collaborazione con Francesco Tirelli?
Il lockdown è stato indubbiamente un periodo estremamente creativo. Durante l’isolamento ho seguito alcune dirette di artisti noti che scrivevano le loro canzoni sui social.
Avevo in mente una melodia che mi girava per la testa da alcuni giorni, orecchiabile, positiva e che aspettava un testo. Chiamo Francesco e gli chiedo se ha voglia di scrivere insieme a me e ai follower su Instagram una canzone che sublimasse il momento difficile che stavamo vivendo. Ne viene fuori un progetto bellissimo (il Nankurunaisa Project), con una partecipazione straordinariamente attiva dei follower in una sorta di scrittura collettiva. Il ricavato è stato devoluto in beneficenza alla terapia intensiva dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
“La pelle non mente” prende molte caratteristiche della musica da massmedia e li piega per un messaggio ben preciso. Come è nata e quali sono stati gli episodi che ti hanno ispirato?
L’ispirazione è stata una chiacchierata con la mia ragazza su temi piuttosto impegnativi. Ne è venuto fuori un pezzo che pare camuffato da canzone d’amore mainstream ma che è tutt’altro. È una canzone che parla del senso profondo delle cose, del bisogno dell’uomo di credere in qualcosa, e del fatto che personalmente mi ritrovo a credere alla pelle, alla mia capacità di sentire, di percepire pur non vedendo anche se, come dico nella canzone, “non so se credo a quello che vedo oppure vedo quello che credo”. Perché poi è anche vero che le nostre credenze influenzano le nostre percezioni. Quindi, come alleggerire tutto questo?
Mi piace sperimentare e cercare gli abiti migliori per esprimere i miei pezzi. Generalmente scrivo su una base costruita con la chitarra, ma poi in fase di arrangiamento mi piace osare, spingermi oltre, varcare i confini della mia comfort zone. E soprattutto, ogni artista vuole arrivare all’ascoltatore. Se non vuoi arrivare, non pubblichi, te la suoni e te la canti nella tua cameretta e amen. Se pubblichi vuol dire che vuoi il confronto con il pubblico.
Perciò, siccome il messaggio della canzone è comunque un messaggio positivo e un invito importante a riflettere, l’ho caricato con un arrangiamento EDM e mi sono avvalso di una melodia orecchiabile. Sono contento (e anche stupito) dei tanti commenti positivi che ho ricevuto riguardo al testo. In un mondo in cui anche la musica si consuma come i popcorn, sapere che c’è ancora chi si prende il tempo per fruirne con attenzione e cura, mi fa ben sperare per le sorti del mondo.
Quali sono le influenze artistiche che caratterizzano le tue canzoni?
Benché sia cresciuto ascoltando i generi più disparati, indubbiamente risento moltissimo delle influenze dei cantautori classici italiani, pur rimanendo sempre con un occhio allo scenario internazionale. Non faccio nomi, perché son troppi e tutti molto inspiring per me.
Vorrei che raccontassi il “progetto Nankurunaisa” e se secondo te musica può essere un mezzo per sensibilizzare sulle cose che contano realmente?
Come accennavo prima, il “progetto Nankurunaisa” nasce da questa melodia che avevo in testa e che ruotava attorno a questa parola del dialetto di Okinawa “Nankurunaisa”. È un’espressione che vuol dire qualcosa di più del classico “andrà tutto bene” e che include la fiducia “nella saggezza del tempo che passa” (autocit. da “la pelle non mente” ..!) e il senso di responsabilità nel fare ciò che è in tuo potere per far andare le cose meglio. Il progetto ha creato un feeling fantastico con i miei follower e mi ha permesso di fare la mia piccola parte per lanciare un messaggio di speranza per il futuro.
Il progetto è stato apprezzato anche da personalità esterne all’ambiente musicale, come il giornalista Carmelo Abbate che ha deciso di includerne la storia nel suo ultimo libro “E poi tutto bene”.
La musica, come l’arte in generale, può e (a mio avviso) deve essere un mezzo per sensibilizzare e stimolare la riflessione. Forse sono un sognatore, ma credo fortemente nell’emancipazione intellettuale di ogni persona e nell’importanza di sviluppare il proprio senso critico.
Credo che l’arte abbia svolto e continui a svolgere un ruolo fondamentale nell’evoluzione della società e del singolo individuo.
Poi è lecito chiedersi se questo ruolo sia stato svolto in modo etico e se l’influenza dell’arte sia sempre stata verso indirizzi positivi o meno, ma mi sembra un tema antropologico troppo complesso da sviluppare in un’intervista
Ultima domanda: pandemia permettendo, quali saranno i tuoi prossimi passi?
Il 6 settembre uscirà il nuovo singolo, un pezzo socialmente impegnato che affronta un tema controverso.
Poi a seguire novembre, gennaio, marzo… ogni due mesi circa, fino alla prossima estate in cui tutti i singoli confluiranno in un fantastico album (e se lo dico che è fantastico…).
Grazie e in bocca al lupo. W IL LUPO!