Nuovo EP per Niccolò Battisti. L’intervista su MIE.
Frutti del sistema, è il titolo del secondo Ep del cantautore romano Niccolò Battisti, progetto che prende il nome proprio dal singolo d’esordio, brano presente per oltre un mese nelle principali classifiche indipendenti radiofoniche.
L’Ep (etichetta Joseba Publishing) è aperto dal nuovo singolo “Bacco, perbacco e Venere” (di Niccolò Battisti e Marco Canigiula), in radio da Venerdì 3 Aprile. Videoclip per la regia di Valerio Matteu.
Bacco, perbacco e Venere, il videoclip ufficiale
L’intervista a Niccolò Battisti.
Ciao Niccolò, di cosa parla questo nuovo singolo?
Ciao! Posso dire che “Bacco, perbacco e Venere” è come una fotografia, la fotografia di uno spaccato di mondo; chiaramente il mondo del divertimento giovanile di oggi.
La canzone racconta in breve quella che mi è sembrata essere una generale tendenza all’auto-stordimento, come un’ossessiva e insaziabile ricerca del piacere più effimero. La parola chiave del brano è la “scossa”, che allude simbolicamente proprio al culmine di questa ricerca, all’apice di questo auto-stordimento.
Primo EP. Raccontaci questo progetto “Frutti del sistema” e cosa rappresenta per te.
In realtà “Frutti del sistema” è il mio secondo album. Il primo è stato “Acqua che brucia” del 2015. La scelta di pubblicare nuovamente un EP, e non un CD, è dovuta al fatto che ho sempre preferito i primi ai secondi, più ridotti nelle dimensioni ma anche meno impegnativi da ascoltare; secondo me gli EP sono più adatti alla figura storica del cantautore.
In questo modo è possibile selezionare accuratamente ogni singola traccia e ascoltare dall’inizio alla fine tutto l’album nel giro di una mezz’ora al massimo. Contiene infatti sei traccie in totale; tre a tema storico-mitologico, due a tema sociale e una d’amore.
C’è un po’ di tutto dentro, un mix equilibrato tutto sommato. Per me “Frutti del sistema” rappresenta un esperimento, il tentativo di fondere assieme gli arrangiamenti elettronici tipici del Pop più recente con la canzone d’autore tipica del genere cantautorale.
MIE Vol.16, la playlist di Aprile su Spotify
Quali sono le tue principali influenze musicali?
Premesso che per buona parte dell’infanzia sono cresciuto nell’adorazione di Lucio Battisti, personaggio a cui devo il mio primo avvicinamento alla chitarra; durante il periodo adolescenziale ascoltavo già moltissimi cantautori italiani, da De André a Giorgio Gaber passando per Ivan Graziani e De Gregori.
Ma ce ne sarebbero molti altri da aggiungere all’elenco. In quel periodo ascoltavo molto anche la musica straniera, dai Pink Floyd ai Led Zeppelin passando per i Beatles e i Queen. Ma non ho mai disprezzato gruppi più recenti come i Nirvana, i Red Hot Chili Peppers o i System of Down. E anche qui ci sarebbero molti altri nomi da aggiungere. Ammetto però che negli ultimi anni ho ascoltato prevalentemente musica italiana, di ogni tipo.
Prossimi appuntamenti?
Avendo da poco terminato un lungo percorso accademico, sono diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, ho deciso da poco di dedicarmi alla musica per lavoro.
Perciò posso dire che questo secondo album è solo il primo step di una lunga serie di progetti, ho ancora molte canzoni nel cassetto che non vedo l’ora di pubblicare e di fare ascoltare a chi mi segue.
Mi piacerebbe molto organizzare dei concerti, magari appena finisce l’emergenza da Covid-19. Sono molto felice del rapporto che ho con il mio Produttore Gianni Testa che stimo moltissimo professionalmente e umanamente. Viva la Joseba Publishing!
Frutti del sistema su Spotify