Nuovo album per il siciliano Daniele Guastella: “Homaj”.L’intervista su MIE.
Homaj”, il nuovo album di Daniele Guastella, non solo una raccolta di canzoni ma il senso più veritiero della collaborazione tra artisti. Infatti nelle 17 canzoni dell’album in copia fisica (su digital store l’album è stato suddiviso in due volumi di cui il secondo uscirà il prossimo anno) c’è una visione d’insieme molto forte e nobile che è quella di dare forza alle canzoni attraverso la valorizzazione dei talenti del mondo.
Da Luca Madonia sino a Mihaela Fileva (popstar bulgara che ricopre il ruolo di giudice a “The voice of Bulgaria”, Daniele Guastella riesce nell’arduo compito di mettere insieme artisti con la voglia di creare non un album ma un mondo di voci proveniente dai vari Paesi del mondo.
In your eyes (feat. Mihaela Fileva), il lyric video su Youtube
L’intervista a Daniele Guastella
Ciao Daniele e benvenuto su Musica Italiana Emergente. “Homaj” è il tuo nuovo lavoro discografico. Quanto tempo e lavoro hai dedicato nel mettere insieme tanti artisti molto conosciuti nei loro Paesi?
Un saluto a voi e tante grazie per questa intervista.
Poco dopo l’uscita del mio secondo album “Intanto cammino”, ho cominciato a maturare l’idea di fare un disco di collaborazioni con gli artisti che avevo incontrato in giro per il mondo e con i quali erano nate collaborazioni o semplici simpatie e rapporti di stima.
Circa 5 anni fa cominciai a parlarne con alcuni di loro e a contattarne altri, fin quando nel 2018 sono entrato in studio con Denis Marino, il mio produttore artistico, e abbiamo cominciato a selezionare brani, lavorare alle pre-produzioni e a registrare il primo singolo “Eroi”, una canzone che ha anticipato di un anno il disco e che ha visto la prestigiosa collaborazione di Luca Madonia, storico cantante e autore dei Denovo, oggi apprezzatissimo cantautore.
Contattare tutti questi artisti non è stato sempre facile, alcuni hanno accettato subito, altri avevano vincoli contrattuali e non hanno potuto aderire, altri si sono aggiunti in corso d’opera e il fatto che abbiamo raggiunto 17 tracce dimostra che non ci siamo posti limiti. Molti di questi artisti sono veramente dei personaggi importanti, che mi hanno dato il grande onore di seguirmi in questa straordinaria impresa.
“Homaj” riprende un termine in esperanto che significa “Umani”. Ecco, vorrei sapere se il ritorno ad una umanità più reale sia il messaggio che vuoi comunicare a chi ascolta e ascolterà il tuo album.
Questo è l’auspicio che molti di noi si fanno negli ultimi anni. Si spera in un mondo che ritrovi un po’ di umanità e che possa rimettere l’uomo al centro del mondo a scapito di una società basata sul profitto, sulla violenza e la sopraffazione, sui nazionalismi, sulle intolleranze razziali e chi più ne ha più ne metta.
“Umani” è la canzone che racchiude questo importante messaggio, e sarà il prossimo singolo, che uscirà con un preziosissimo videoclip, dopo l’estate. Homaj è un disco che vuole abbattere barriere e pregiudizi, che vuole unire idealmente i continenti in un unico ideale, quello della fratellanza fra i popoli.
“Homaj” ha una doppia vita: sui digital il volume uno mentre la versione cd è quasi una gold version con tutti i brani e le collaborazione di questo progetto. Come nasce questa idea?
Assieme al mio discografico Enzo Velotto e al mio ufficio stampa, capitanato da Salvatore Imperio, abbiamo deciso di dividere in due volumi l’uscita di HOMAJ che contiene ben 17 tracce. Il secondo volume uscirà prossimamente.
A questo punto il disco fisico è stato ribattezzato Gold Edition, proprio perché non è solito trovare un disco con così tanti brani. Tutte le canzoni dell’album sono state registrate ex novo anche se 7 di esse sono canzoni degli due album precedenti, ma completamente riarrangiate e ricantate anche in altre lingue. Alcune di queste canzoni hanno più di 20 anni ed è stato veramente bello poter dare loro nuova vita e un nuovo vestito sonoro.
C’è anche la tua terra, la Sicilia, ad influenzare le tue canzoni. “Eroi” è quella con cui parli della tua terra e vede la collaborazione di Luca Madonia. Come nasce questa canzone e qual’è stata la risposta di Madonia alla proposta del tuo brano?
Con Denis Marino abbiamo proposto a Luca Madonia questa canzone che ho scritto assieme a Martino Lo Cascio, mio storico collaboratore, e Luca è stato ben lieto di cantarla con me. Sin dall’inizio, mi ha manifestato il suo apprezzamento per una canzone che racchiudeva un significato così importante e che parlava di certi argomenti con un linguaggio semplice e diretto.
Si fa nel brano, riferimento chiaro agli Eroi che hanno reso migliore la nostra terra, a colore che hanno combattuto la criminalità pagando a caro prezzo questa lotta, ma anche a tutti gli eroi del quotidiano, che con il loro impegno e il loro sacrificio fatto di onestà, portano avanti la Sicilia e non mollano questa terra nonostante tutti i problemi che ha. Altri artisti siciliani hanno fatto parte del progetto HOMAJ e mi piace nominarli: Mario Incudine, Anita Vitale, Giovanna D’angi e la naturalizzata Jerusa Barros, nata a Capo Verde.
Eroi (feat. Luca Madonia), il videoclip ufficiale
Parliamo di “In your eyes” che rappresenta anche influenze Pop/Rock nella tua vita artistica. Collaborazione importante con Mihaela Fileva. Come sei arrivato a questa collaborazione?
Conosco Mihaela da molti anni, ci siamo incontrati al Festival internazionale “Faces of Friends” di Cahul in Moldavia e successivamente sono stato invitato in Bulgaria dove lei stava già muovendo i primi passi importanti in campo nazionale.
Di lì a poco sarebbe diventata una delle pop star più apprezzate del suo paese, negli ultimi due anni è stata giudice nella trasmissione TV “The Voice of Bulgaria” ed è stata da poco premiata come “Cantante dell’anno 2020”, premio suggellato dai suoi numerosi successi discografici.
Non era scontato che accettasse la mia collaborazione, ma devo dire che gli artisti di molti paesi esteri hanno capito meglio di noi che le collaborazioni possono portare nuova linfa vitale alla musica di ogni artista.
Non è stato facile scegliere una canzone che avvicinasse i nostri due mondi, e dopo varie proposte ho dovuto comporre di getto una musica che è stata sin dall’inizio pensata come un duetto dove due voci si rincorrevano in due temi distinti e separati, intervallati da due strofe. La potenza di un riff iniziale ha dato il La a tutto il brano e in pochi minuti avevo già composto tutto. Mihaela è rimasta entusiasta della musica e allora ho inviato il brano all’autore Martino Lo Cascio che da anni collabora con me nella scrittura delle mie canzoni.
Il risultato è una delle canzoni più esaltanti dell’album, che ha già raccolto tanti consensi tra i suoi ascoltatori.
Altra bella collaborazione è quella con una delle voci più potenti della musica contemporanea: Giovanna D’angi. Come è avvenuta la scelta di una artista che, dimmi anche la tua, forse è troppo sottovalutata rispetto al grande talento che dimostra?
Nel caso di “Peccato mortale”, la canzone che ho scritto assieme a Gabriele Licciardello, la scelta dell’artista è nata pensando ad una voce che avrebbe valorizzato questo brano dalle sonorità anni 80 e dal ritmo dance. Cercavamo una voce potente, quasi black, ma che fosse molto italiana allo stesso tempo.
E Giovanna era la scelta giusta! Sia io che Denis la conoscevamo da anni e l’abbiamo invitata con una telefonata partita dallo studio, alla quale lei ha risposto un entusiastico SI! Giovanna è un’artista completa, una voce che può cantare di tutto ed in effetti anche io penso sia stata molto sottovalutata.
Ma si sa, nel campo della musica non c’è niente di scontato, di belle voci ce ne sono tante e diventa sempre più difficile crearsi uno spazio importante ed emergere, specie da quando i talent hanno aperto la strada a migliaia di giovani a discapito di tanti altri artisti che hanno scelto strade diverse. Vanta comunque un Sanremo, tante collaborazioni e tantissimi concerti in giro per tutta l’Italia.
Ultima domanda: quali sono le peculiarità di questo album che dovrebbero convincere gli amanti della musica nell’ascoltarlo?
Intanto posso tranquillamente dire che è un disco molto diverso da quello che si sente in giro adesso, ovviamente nel bene e nel male. Non abbiamo seguito le mode del momento ma ci siamo affidati al nostro istinto e ai nostri semplici gusti musicali.
È un disco che ha una varietà stilistica, che comunque confluisce in un linguaggio personale e riconoscibile. Si ispira a molti dischi del passato e a molti artisti che ho amato tanto, come Sting, Peter Gabriel, Phil Collins, ai cantautori italiani, alle musiche del mondo, al vecchio pop di casa nostra, forse ormai troppo “americanizzato” e a quello nord europeo, che tante cose belle ci ha regalato. Non è un disco altamente commerciale.
Contiene messaggi positivi. È un disco che contiene degli ospiti eccezionali, provenienti da 13 paesi diversi, e che vi invito a scoprire perché ognuno di loro è un mondo diverso e ha una storia musicale straordinaria. E poi è un disco con il quale si può viaggiare con la mente e con i sentimenti per ritrovarsi in paesi lontani e per ritrovare un po’ se stessi. Ho ricevuto molti consensi fino ad oggi e spero che questo lavoro possa trovare un piccolo, importante spazio in un mondo della musica sempre più affollato e pieno di proposte alternative.
L’album su Spotify