"Helium" è il nuovo singolo di Normal. L'intervista su MIE.
la redazione di MIE
HELIUM, è il nuovo singolo della cantautrice veronese Normal. Il brano parla della voglia di emergere e di spiccare il volo, che deriva dalla sensazione di claustrofobia che si prova quando la tua routine, la tua città e la tua casa iniziano a starti strette.
Lo pseudonimo Normal vuole rappresentare la naturalezza di un percorso musicale che arriva a contaminare la canzone in lingua italiana con le sonorità del panorama pop internazionale.
Helium – Videoclip ufficiale
L’intervista a Normal.
Dopo il primo singolo “Uranio”, attualmente in radio “Helium”. Perchè hai deciso di lanciare un brano in lingua inglese?
Fin da quando ho iniziato a comporre, l’ho sempre fatto in lingua inglese. Sono sempre stata affascinata dalla musica internazionale e, avendola ascoltata sempre molto, ho assorbito alcuni meccanismi compositivi che rendono la mia musica molto ritmica.
L’inglese, essendo appunto una lingua più ritmica, si adatta meglio alle mie melodie. Ho iniziato solo recentemente ad approcciarmi alla scrittura in lingua italiana perché non mi sentivo completa come artista. Sentivo che mancava una parte importante nella mia identità.
Perciò, pubblicando un singolo in entrambe le lingue, ho cercato di mostrare la mia versatilità e la mia personalità artistica nella maniera più completa possibile.
Come è nata questa canzone?
Ho scritto Helium per esprimere la mia voglia di emergere e spiccare il volo: è un auto incitamento a non mollare, ad inseguire i propri sogni ed è la promessa che ho fatto a me stessa di farcela. Nasce dal disagio e dall’insoddisfazione che si prova quando ci si sente ingabbiati nella propria routine, nella propria casa e nella propria città e dal bisogno di essere liberi e felici.
Credo che molte persone sperimentino nella propria vita i miei stessi sentimenti e spero di riuscire, nel mio piccolo, a far arrivare a queste persone tutta la carica e la determinazione che ho cercato di mettere in “Helium”.
Se dovessi descrivere questo brano con un aggettivo, quale useresti?
Definirei “Helium” esplosivo, perché il cantato segue una lenta e malinconica linea melodica, per poi aumentare d’intensità fino, appunto, ad esplodere. Con questa canzone il mio obiettivo è infatti proprio quello di far arrivare l’ascoltatore pian piano a questa esplosione di emozioni che io per prima ho provato durante la composizione. Spesso le mie canzoni nascono da un processo di ricerca, di riflessione personale, che poi si può ritrovare anche nella loro struttura: in questo senso, anche in “Helium”, il ritornello è la presa di coscienza, il punto d’arrivo della riflessione ed è il momento in cui le emozioni raggiungono l’apice ed esplodono.
Il nuovo singolo è accompagnato dal videoclip ufficiale. Dove è stato girato?
Il videoclip è stato girato in due giornate: durante la prima abbiamo girato in esterna, al Ballon Festival di Ferrara, il festival delle mongolfiere. L’idea di fare le riprese all’aperto vuole sottolineare la sensazione di libertà espressa anche dalle mongolfiere, che si staccano da terra e si alzano verso il cielo, come se l’unico limite fosse l’orizzonte. Queste riprese infatti sono state usate prevalentemente per il ritornello.
Durante la seconda giornata invece abbiamo girato al Clockwood Studio di Roverchiara (VR). Qui il focus era sulla mente, oggetto d’introspezione, e sulla sensazione di claustrofobia e di inquietudine. Abbiamo cercato di ricreare queste emozioni con l’immagine della testa intrappolata dentro una bolla di vetro in cui si urla tutto il proprio disagio che però non può essere sentito da“chi sta fuori”, ovvero dal mondo. Anche le scene riprese dall’alto, dove la persona sembra schiacciata a terra, sottolineano il senso di pesantezza e malessere.
I palloncini lasciano però presagire che vi sarà una liberazione: anche se ancora ancorati a terra, stanno già volando, e danno l’idea che si possano staccare e librare da un momento all’altro.
C’è qualche aneddoto curioso, accaduto durante le registrazioni del video che vuoi raccontarci?
In molti mi chiedono com’è stato essere dentro ad una bolla di vetro che, in realtà, non è altro che una boccia per pesci. Si chiedono come facessi a respirare o se non fosse pesante da tenere e scomodo. In realtà, durante le riprese ero talmente concentrata che non sentivo né la fatica, né alcun tipo di disagio; Cercavo solo di immedesimarmi e di esprimermi al meglio.
Non potevo nemmeno cantare, perché il suono rimbombava molto all’interno e facevo fatica a sentire la musica, perciò ho cercato di usare questa situazione a mio favore. Quando ho tolto la boccia dalla testa però, mi è sembrato di rinascere e respirare per la prima volta e tutti, essendosene accorti, si sono messi a ridere. A ripensarci è stato un momento divertente, anche solo per il fatto che sono scampata ad una possibile asfissia.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Tra i miei impegni, a cui sto lavorando molto in questo periodo, c’è quello di finire di creare il mio spettacolo live. Ho un progetto abbastanza ambizioso e impegnativo, ma siamo quasi pronti. Senz’altro poi c’è anche la pubblicazione di altri singoli, sia in lingua inglese che in italiano, che verranno raccolti in un EP.