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Marcello Parrilli: le venature rock di questo nuovo disco. L’intervista su MIE

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la redazione di MIE

Quinto disco di inediti in studio per il cantautore toscano Marcello Parrilli, nuova produzione che riconferma la produzione di Gianfilippo Boni e la pubblicazione con la RadiciMusic.

Canzoni d’amore in questo nuovo disco dal titolo “Moderne Solitudini”, ma anche canzoni sociali nella misura in cui la solitudine prende derive sociali di questa nuova contemporaneità di vita digitale e non solo.

Canzoni che hanno un forte retrogusto americano, di un rock ruvido e ben plasmato dentro i cliché della bella canzone d’autore. Inconfondibile il suo piglio vocale che si sposa con una scrittura semplice, snella e pulita.

La resa, il videoclip ufficiale.

 

 

L’intervista a Marcello Parrilli

Ovviamente non parliamo solo di dischi emergenti. Ormai sei al quinto disco e c’è da chiedersi: perché scrivere ancora in un paese che non è più attento alla musica d’autore?

Penso che scriverò sempre finché avrò qualcosa da dire, quando finirà questo bisogno, sicuramente mi dedicherò ad altri aspetti della musica, come ho sempre fatto e sto facendo adesso, anche perché l’importante per me che nella vita sono professore di musica e musicoterapeuta è vivere di musica e questo non vuol dire soltanto scrivere, ma anche realizzare, suonare, imparare, insegnare, curare ecc…

 

Anche il titolo che hai dato al disco è forte: “Moderne solitudini”. C’è modo e modo di essere soli? Oggi che siamo iper connessi soprattutto?

La solitudine se voluta, può essere un modo per riflettere su noi stessi e sul mondo circostante e può aiutarci a trovare soluzioni a problemi che invece a volte posso sembrare insormontabili. La solitudine intesa come emarginazione, come paura del diverso e come schermo contro la società non è affatto positiva e ci va vivere decisamente male.

Internet e nello specifico i social network hanno ampliato in maniera esponenziale le nostre connessioni, ma ci hanno reso vulnerabili e incastrati in questa solitudine digitale, che ci da l’impressione di avere il mondo alla portata di un clic, ma è tutto effimero e superficiale.

 

Canzone pop italiana, possiamo dirlo? Come ce la racconteresti la tua scrittura?

Si possiamo dirlo, anche perché pop è un termine ampio dove dentro ci metto soprattutto il rock e l’elettronica. Nello scrivere canzoni parto sempre da un’idea che può essere una frase o più semplicemente un riff di chitarra che mi gira nella testa. Ci lavoro a casa col computer e faccio la pre produzione finché l’ossatura del brano non è pronta.

Poi vado in studio di registrazione e col mio produttore Gianfilippo Boni, sviluppiamo il brano e, come è successo per questo disco, facciamo suonare i bassi a Lorenzo Forti e le batterie a Fabrizio Morganti che sono una garanzia perché sono due dei turnisti più importanti che abbiamo in Italia. Successivamente aggiungiamo alcuni strumenti che mancano, spesso ritocco le chitarre e suono qualche traccia di tastiera o sinth dopo di che, quando siamo soddisfatti del lavoro, procediamo con il master.

 

MIE Vol.15 su Spotify, la playlist firmata Musica Italiana Emergente

Di questo disco hai tirato fuori se non erro tre singoli di cui due proprio di recente. In generale: come affronti la produzione di un video? Che cosa chiedi all’immagine che da solo il suono non riesce a dare?

Si, adoro realizzare video, mi affido sempre al mio regista di fiducia Lucio Lepri pechè riesce sempre ad esaudire quelle che sono le mie idee e le mie aspettative del videoclip. Di questo disco sono usciti tre singoli, il primo è stato Perso nei tuoi occhi, che è una ballad elettronica ed è uscito un anno prima della pubblicazione del disco.

Poi La resa, brano decisamente rock è uscito assieme al disco Moderne Solitudini il 15 Ottobre 2019, ed infine qualche settimana fa è uscito il video di Ora non ho più paura, ballad rock che apre questo lavoro. Tutti e tre i video mi piacciono moltissimo perché rappresentano fantasticamente le mie canzoni. L’immagine in questo senso completa l’dea di canzone assieme al testo e alla musica.

 

C’è un legame lirico ed estetico tra la tua musica e questa ballerina di Lap Dance? Video a parte intendo…

Non è Lap Dance ma Pole Dance, disciplina artistica e da qualche anno anche olimpionica. Si direi di si, o meglio, vorrei che la ma musica fosse così armoniosa ed esteticamente bella e sinuosa come le evoluzioni che la ginnasta riesce a fare.

 

A chiudere: Marcello Parrilli prima e dopo “Moderne solitudini”. Una domanda che facciamo sempre per capire: questo disco cosa ha dato o cosa ha modificato alla tua vita da cantautore?

Direi che forse è il disco che mi rappresenta di più. Dentro ci sono brani che avevo scritto e pubblicato qualche anno fa come Cercando la Luna o Notte di San Lorenzo che ho voluto riarrangiare e risuonare in questo lavoro, e canzoni nuove che rappresentano il mio attuale modo di scrivere. Diciamo che per me questo è il lavoro che racchiude in toto tutta la mia estetica musicale.

 

Moderne Solitudini, l’album di Marcello Parrilli su Spotify

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