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SU LA TESTA: la canzone di riscatto e resistenza della musica italiana.

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“Su la testa” è il nuovo singolo nato dalla collaborazione di Davide Geddo, Alberto Visconti, Federico Sirianni e Folco Orselli.
Tantissimi i riferimenti che pur lontani si toccano: dalla Francia alle atmosfere balcaniche al blues e al folk americano.
Il singolo parla della resistenza della musica italiana, quella indipendente, che nella maggior parte dei casi se non nella totalità si autoproduce e fatica a farsi ascoltare.
Il titolo della canzone rimanda al festival in cui Davide Geddo è coinvolto e che nell’edizione del 2018 ha visto coinvolti talenti e conferme della musica italiana come Eugenio Finardi, Mirkoeilcane, Erica Mou, Ginez e il bulbo della ventola, Sergio Pennavaria e tanti altri, dando vita un salotto culturale di cui l’Italia sente la mancanza.


Questa canzone ha questo unico collegamento con il festival: invita a vivere la musica come viaggiatori e non come turisti.
“Credo che la gente, banalizzando un po il concetto, viva nemmeno la metà della potenzialità umana e artistica della musica.” ha dichiarato Davide Geddo.
Willie Lens è il videomaker che ha catturato l’atmosfera della serata in cui si è registrato il videoclip ufficiale e che racchiude in se lo spirito in cui si è cercato di costruire in anni di live spericolati.

Su la testa è su Musica Italiana Emergente Vol. 3

Su la testa – il testo

(di Davide Geddo)
Cos’è che batte alla mia finestra?
cos’è che sventola per le vie?
cosa fa tremare i culi su auto cariche come muli chi è che piange senza
più lacrime mentre sorride e chiede fortuna con occhi di cane impaurito
che implora la notte ed abbaia a un’altra luna

Chi è che lascia la ragazza senza mai niente da spiegare
chi è che vive col cucchiaino e lascia tutto il piatto al sognare
chi è che torna a quest’ora di notte chi è che
riparte già di fretta chi è che sanguina e anche se
sanguina non merita neanche una diretta
Pulitevi le orecchie sporcatevi le mani su la testa per quel che resta
della musica senza domani
date un valore ai sogni
onore alle canzoni non cielo per lampadari non cibo per divani

Bruciamo le scuole per diventare cantautori i concorsi a pagamento dove
suonano gli organizzatori
si strozzino in televisione i bambini che cantano canzoni d’amore
i talent e le loro oche di queste gare di karaoke

Che ragazze fuori di casa e che filosofi da osteria
con tutto il futuro appeso a una sera che invece non dura e poi fugge via e il cantante di successo
con la giacca da rivoluzione
ma che non sanguina e anche se sanguina è soltanto una impressione

Pulitevi le orecchie sporcatevi le mani su la testa per quel che resta
della musica senza domani
date un valore ai sogni
onore alle canzoni non cielo per lampadari non cibo per divani
Chi sfugge all’impero deviato della musica televisiva
che non conta cosa vale conta solo quanto sia
uguale chi è che intanto non passa in radio perché
non ha il giusto minutaggio adatto allo spazio
pubblicitario adatto a radio senza coraggio

E fate a botte coi genitori per l’orgoglio e la passione non
fateli piangere in diretta durante la vostra esibizione chi è
che fermano i carabinieri chi è che si apre da solo le
porte chi è che sanguina e anche se sanguina suona
ancora e di nuovo più forte

Stappatevi le orecchie slegatevi le mani
scende in piazza senza paura una musica senza domani
date un valore alla parola
onore alla realtà
due schiaffi ben dati alla noia senza verità

Pulitevi le orecchie sporcatevi le mani su la testa per quel che resta
della musica senza domani
date un valore ai sogni
onore alle canzoni non cielo per lampadari non cibo per divani
 
Svegliatevi le orecchie menategli le mani
quando verranno a spiegarvi che siete troppo strani
c’è un senso di appartenenza
tra chi urla la vergogna
contro chi è solo promozione e finge di esser gente che sogna
 
 

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