INHALE è il titolo dell'album di debutto degli HUNTERNAUT. L'intervista su MIE.
La redazione di MIE
Hunternaut nasce come progetto post-grunge, prendendo l’aggressività tipica degli anni ’90 di gruppi come ‘Nirvana’ e ‘Alice in Chains’ fino ad i più recenti ‘Seether’, ma con nuove sonorità. A questo, si aggiunge un tocco di progressive (o sludge) dato sicuramente dall’influenza di gruppi quali ‘Tool’ e ‘A Perfect Circle’ . All’interno del gruppo vige un’attenta ricerca del suono complementare ai sentimenti introspettivi dei testi scritti in inglese. Ogni singola parola viene espressa in modo da far sentire ognuno di noi al centro della scena e della situazione, con un coinvolgimento sonoro decisamente toccante.
Alle spalle ha un’esperienza con diverse date nella provincia di Brescia, nei locali e festival più conosciuti della zona.
A Ottobre, il gruppo ha registrato presso lo studio ‘INDIEBOX MUSIC HALL’ il primo album da cui sono tratti il primo e il secondo singolo ‘Inhale’ e ‘Hundreds of Scars’.
L’intervista agli Hunternaut.
È uscito da poco il vostro primo album, distribuito da (R)esisto, volete parlarcene?
Buongiorno a tutti! Innanzitutto volevamo ringraziare la (R)esisto distribuzione e in particolare Massimiliano per il supporto e la dedizione dimostrata nel far conoscere il più possibile il nostro primo lavoro; possiamo sicuramente dire che “Inhale” racchiuda in 8 brani tutto ciò che gli Hunternaut hanno passato in questi anni per portarli alla luce, passando dalle prime bozze partorite in sala prove fino ai cambi di line up che inevitabilmente hanno influito nella rivisitazione e stesura finale dei pezzi.
Grazie a questi anni di sperimentazioni e ricerca di un nostro sound, ognuno di noi è entrato in studio con le idee chiare sul da farsi e, nonostante la consapevolezza che si possa sempre far meglio, ci riteniamo soddisfatti del risultato ottenuto.
“Inhale” è il titolo del disco, quale significato ha per voi?
Come abbiamo ripetuto diverse volte “Inhale” è ciò che racchiude la nostra filosofia. Musicalmente parlando, abbiamo scelto “Inhale” come titletrack perché è quella che sintetizza meglio ciò che sappiamo fare essendo un brano che alterna parti grezze e pesanti a parti più dolci e melodiche; mentre simbolicamente, la filosofia di “Inhale” è rinchiusa dentro la copertina stessa (cui è doveroso ringraziare Another Production per lo splendido artwork) la quale rappresenterebbe la rabbia che ognuno di noi malinconicamente reprime per paura di non riuscire a domarla dandole sfogo.
L’album su Spotify
Come sono nate le tracce che ascoltiamo nel nuovo lavoro?
Principalmente i brani all’interno di “Inhale” sono nati per lo più da spunti di linee melodiche vocali, riff o groove particolari che successivamente sono stati lavorati in sala dai vari musicisti all’interno della band.
Generalmente tendiamo a suonare la nostra parte in funzione del progetto e non di noi stessi, per questo preferiamo confrontarci e spendere tempo in sala piuttosto che scrivere ognuno la sua parte singolarmente davanti al pc.
Tutti i brani sono frutto del lavoro collettivo senza il quale il nostro album non sarebbe esistito.
Quali sono i vostri punti di riferimento musicali?
Nonostante questi brani abbiano una spiccata vena anni ’90, non disdegniamo affatto il metal moderno soprattutto per quanto riguarda l’evolversi del sound e delle composizioni che il genere ha subito, infatti i nostri ascolti variano dai Nirvana ai Karnivool.
Che sia vecchio o nuovo, ci piace ascoltare qualcosa che abbia una sua identità e che continui a procurarci stimoli nel creare una nostra musica, che continui a provocare emozioni (come ci auguriamo facciano i nostri pezzi per chi li ascolta).
MIE Vol.6 su Spotify
Il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album è il brano “Hundreds Of Scars”. Come mai avete scelto questo pezzo come assaggio del nuovo lavoro?
La scelta di “Hundreds Of Scars” non è stata affatto casuale in un periodo in cui (data l’enorme quantità di materiale reperibile) i singoli e video musicali che escono in rete durano al massimo 3 minuti e dove l’attenzione dell’internauta medio è sempre più in calo.
Nonostante avessimo considerato tutto ciò, abbiamo scelto “Hundreds Of Scars” perché è il brano sul quale abbiamo lavorato di più in sala e che tenevamo assolutamente ad avere all’interno dell’ album.
Il pezzo è l’autobiografia di noi stessi, delle cicatrici che in questi anni si sono aperte e poi rimarginate ma che ancora ci portiamo addosso ben visibili. Lo abbiamo scelto come singolo perché racconta la nostra storia, è uno specchio nel quale ognuno si può riflettere e riconoscere.
Cosa vi aspettate per il futuro del progetto?
Quello su cui siamo d’accordo tutti è di continuare a suonare e divertirci più possibile sia per portare in giro il nostro album sia per conoscere altre band che, come noi, facciano musica propria così da trarne spunto e buttare fuori più idee possibili.
Per tutti i nostri lettori, come possono mettersi in contatto con voi e su quali canali si può ascoltare/acquistare il disco?
Siamo molto attivi sui social, sia su Facebook che su Instagram e inoltre abbiamo anche un nostro sito web: www.hunternaut.flazio.com per essere aggiornati sulle nostre news e eventi, mentre “Inhale” si può ascoltare su tutte le piattaforme musicali quali: Apple Music, Spotify, Google, Deezer, Amazon Music, Tidal, Napster e Yande, mentre su Itunes, Google Play e Amazon è possibile acquistarlo. Per chi desiderasse contattarci, è possibile farlo scrivendo a: hunternauttheband@gmail.com
Grazie a tutti del tempo dedicatoci per la lettura, ma sopratutto grazie a per l’intervista!