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Ilaria Proceddu: “Sa coia” è il nuovo singolo. L’intervista su MIE.

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Salvatore Imperio
di Salvatore Imperio

Ilaria Porceddu ha sempre lasciato il segno con le sue canzoni e anche questa volta è riuscita a colpire dritto al cuore con “Sa coia”, singolo accompagnato dal videoclip in cui omaggia la sua terra, la Sardegna, con un brano ispirato da una poesia.

il brano è stato registrato e ripreso durante il concerto “Chena Lacanas” il 13 Gennaio 2020 a Palazzo Siotto, Cagliari. Produzione Fondazione Siotto. Piano e voce Ilaria Porceddu, Sax soprano Emanuele Contis.

 

 

Sa Coia, il videoclip ufficiale

 

 

L’intervista ad Ilaria Porceddu

Benvenuta su Musica Italiana Emergente, Ilaria. Ben dodici anni fa sei arrivata alle luci della ribalta ed adesso eccoti con “Sa Coia”. Una canzone meravigliosa e che affascina grazie alla lingua sarda. Immagino che la poesia di Maria Rosaria Spano ti abbia letteralmente rapito. Come sei venuta a conoscenza di questa poesia e come è nata, di fatto, questa meravigliosa canzone?

È nato tutto per caso. Nel 2018 Emanuele Contis (che ho la fortuna di avere al mio fianco su “Sa Coia”), mi invitò al MedInArt Festival di Samassi e mi spiegò subito che l’obiettivo era quello di interagire con la comunità samassese, in modo tale che fosse coinvolta in prima linea nella creazione di un evento.

Agli ospiti, quindi, mandò diverse poesie scritte da persone completamente differenti fra loro e fra queste noi avremmo dovuto sceglierne una e farla diventare una canzone.

Io mi sono innamorata della complessa semplicità con la quale Sa Coia era stata scritta e perciò fu proprio lei che scelsi.

 

La tua terra è sempre tra le protagoniste delle tue canzoni. A Sanremo riportasti la lingua sarda sul palco con “In equilibrio” e ora, con “Sa Coia”. Quanto è importante la tua terra e quanto influisce nel concepire una canzone?

La Sardegna è una terra dolce e ruvida. Dall’esatto momento in cui ti partorisce è consapevole di lasciarti dentro i suoi segni. Cantare in lingua sarda è viscerale, è puro ed è curativo. Dopo tanti voli pindarici arriva il momento in cui hai bisogno di una coccola. Ecco, la mia lingua nella musica è questo per me.

 

Ascoltando le tue canzoni c’è sempre una grande energia che vuoi trasmettere arrivando dritto all’anima della gente. In tutti questi quali sono stati i ricordi più belli di chi ti segue?

Sai cosa?  Tutte le persone che hanno continuato a seguirmi in questi anni sono state al mio fianco anche nei cambiamenti, nelle chiusure e nelle aperture (emotive e professionali). Gli sono grata per la capacità che hanno dimostrato di conoscermi e riconoscermi sempre.

 

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Tornando a “Sa Coia” emerge un lavoro di tante persone, ognuno con la sua emozione tradotta in poesia, voce, suono. Chi ha collaborato alla realizzazione di questa piccola perla?

C’è stato il lavoro di tante persone ma ti posso assicurare che ci ha contraddistinto questo percorso è stato il coinvolgimento “carnale” di chi crede veramente in qualcosa al di là di aspettative. Sicuramente le prime persone da ringraziare sono Emanuele Contis e il MedInArt Festival. Senza loro questa canzone non sarebbe nata.

Mentre non sarebbe arrivata a un pubblico senza Francesco Accardo e Fondazione Siotto per la produzione, a Giuseppe Aledda per la registrazione e mix, a Beatrice Schivo per le sue foto, Alessandro Congiu per la grafica e Massimo Gasole per il video.

E’ stata una bella squadra di lavoro. Soprattutto per il fatto che l’abbiamo messa in piedi appena finito il lockdown, quindi un po’ è come se ci fossimo rialzati insieme tenendoci per mano dopo questo periodo indecifrabile.

 

La Fondazione Siotto ha prodotto questa tua nuova pagina musicale. Quanto è stato importante il supporto di una istituzione e quanto può essere di esempio per la musica indipendente, quella vera, italiana?

Il supporto della Fondazione Siotto è stato senza dubbio determinante per questo progetto, ma ancor più lo è stata la fiducia incondizionata e l’energia verso un progetto trasversale e non strettamente in linea con una programmazione culturale tradizionale. 

Viviamo in un periodo talmente difficile che è necessario trovare nuove vie di scambio. Di contro, gli istituti che si occupano di cultura vivono anch’essi un momento molto complesso e collaborazioni di questo tipo credo siano sicuramente ossigeno per una visione futura della cultura e più strettamente (per noi) per la musica. 

P.s. A patto di trovare persone lungimiranti e creative che abbiano voglia di mettersi in gioco 🙂

 

Dopo tre anni sei tornata con questo singolo. È il preludio ad un nuovo capitolo artistico con, ad esempio, un album?

Diciamo che questa canzone è a se. E’ uscita dopo aver sentito la registrazione live e aver pensato che forse sarebbe stato bello farle prendere il largo in un mare che non fosse esclusivamente il mio. Però, sì, in programma quest’estate c’è proprio il nuovo album. Possiamo dire che Sa Coia è un anello di congiunzione fra il mio passato e il mio futuro.

 

Ultima domanda: con il lockdown sta forse emergendo quanto è importante la musica in Italia. Pensi che forse si accenderà la lampadina di chi può creare strumenti per valorizzare la musica italiana indipendente?

Io credo che sarà una vera e propria necessità tornare alla musica indipendente. C’è tanto, tanto bisogno di semplicità, di verità e di poco artifizio. Mai come ora. L’indipendenza ti garantisce la libertà e la libertà è verità.  

 

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