Il pop d’autore leggero, sottile e barocco di Gastone. L’intervista su MIE.
Un pop d’autore leggero, sottile, barocco come piace definirlo a molti
Il secondo disco dei Gastone si titola didascalicamente “II” ed è evoluzione e sentimento, sono fotografie nostalgiche di un marciare lento verso la consapevolezza.
In questo ascolto, come nel video ufficiale che corre a seguire, si respira la provincia ma anche un sentimento di sospensione e instabilità nonostante le soluzioni di questo suono dimostrino carattere e risolutezza. C’è tantissima aria domenicale di quelle giornate di provincia che non c’è poi tanto da fare. E la cosa ci piace davvero tanto…
Cristalli, il videoclip ufficiale.
L’intervista ai Gastone.
Secondo disco. Un titolo che inevitabilmente richiama i grandi Zeppelin e non solo direi. Come mai questa scelta? Ispirata da?
Abbiamo pensato che fosse il secondo episodio/volume di un certo tipo di immaginario già cominciato nel primo disco, qui è presente forse una maggiore consapevolezza. Molti ci hanno detto che il titolo è un richiamo ai Led Zeppelin ma in realtà quando abbiamo deciso di intitolarlo “(II)” pensavamo ai Crystal Castles, che hanno intitolato il loro secondo lavoro nello stesso identico modo.
“Baroque-pop”. Ormai vi portate dietro questa etichetta… cosa ne pensate?
Direi che ci piace. Anche se può essere un po’ vago come termine, in realtà penso sia quello che indicativamente può dare un’idea più vicina possibile alle canzoni che facciamo, fatte di assurde progressioni armoniche e spesso stratificazioni di archi.
Un disco della provincia o sbaglio? Un disco che nasce dalla vita di provincia?
Inevitabilmente sì. Nasce nel torpore della provincia pesarese nell’autunno 2018. Periodo in cui la nebbia comincia a coprire le cose, il mare torna sé stesso e i giorni sembrano un po’ tutti uguali.
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Il carattere visionario del vostro suono, almeno in questo secondo disco, ha preso il sopravvento sulla melodia in se. Sbaglio?
Diciamo che ho adattato la voce nella maniera che mi sembrava più adatta alle parti strumentali, quindi inevitabilmente sono emerse melodie particolari, spesso non assimilabili ad un primo ascolto.
“II” è un lavoro che richiede tempo e una pausa dal resto. Davvero una controtendenza nei costumi di oggi, effimeri e immediati
Esattamente, sicuro è un disco che necessita di tempo e va un po’ in una sua direzione. Andrebbe forse ascoltato con la stessa ottica con cui si ascoltavano i dischi una volta. Però questi siamo noi al 100%. Voglio dire, che senso ha fare musica o arte se non sei assolutamente sincero in primis con te stesso?
Per chiudere: siamo reduci dall’ennesima puntata del Festival di Sanremo. Il vostro punto di vista?
Nessuno di noi ha guardato Sanremo, tuttavia non mi sento di definirlo come un fenomeno che “odiamo”. Alla fine si tratta prevalentemente di spettacolo (a me personalmente poi la canzone che ha vinto il festival piace), quindi non capisco le persone che lo demonizzano. Parliamo di uno show che fa parte della TV generalista italiana e viene guardato dalle famiglie quindi che vi aspettate regaz state easy, se volete vedere la gente seria ci sono i club o altri festival.