I Vendrame: l’esordio è “Burro”. L’intervista su MIE
Sottotitolo geniale per un disco d’ esordio: “I grandi successi de I Vendrame”.
Formazione abruzzese che arriva a questo primo lavoro di inediti personali dal titolo “Burro – I grandi successi de I Vendrame”, lavoro di teatro e ironia, di canzone indie e di soluzioni alquanto rock per non dire poliedriche di tanto altro ancora. E di sicuro non manca la risposta prontissima che punti dritto alla follia, quella romantica s’intenda…
Naturalmente i nostri pagano il prezzo di finire dentro un genere che, se non inflazionato, ha comunque grandi pilastri inarrivabili contro cui concorrere… e la storia si fa ardua e in salita.
Ma I Vendrame dimostrano comunque una personalità trasparente senza presunzioni e forme eccentriche di protagonismo. Ed il video di “Postalmarket” lo dimostra a pieno. Semplicità: cosa che vince sempre.
Postalmerket, il videoclip ufficiale.
L’intervista a I Vendrame.
Esordio per una band che ha diversi anni alle spalle… o sbaglio? Quando nasce la vostra carriera?
Sono felice per questa domanda, come si evince dal trailer del nostro docufilm “Burro” uscito in concomitanza con la nostra raccolta di grandi successi, i Vendrame nascono nell’82, vivendo diversi anni nella speranza di esplodere, di essere lanciati grazie alle belle parole ed alle promesse degli addetti ai lavori.
Dunque una consapevole attesa che da mesi diventa un’attesa di anni…fino al maturo esordio del 26 giugno 2020 con la raccolta dei nostri grandi successi.
Ezio Vendrame… dal calcio al suono un po’ rock un po’ surreale… qual è il filo conduttore?
Abbiamo l’abitudine di trasformare persone in “concetti”. Ezio per noi è un concetto, oltre ad essere stato un poeta del pallone e delle parole. Ezio Vendrame, il George Best italiano. Genio e sregolatezza, ricco di poesia e contenuti mai emersi in un mondo malato di occasioni perse; caro amico di altri grandi talenti incompresi tra i quali Piero Ciampi, cantautore toscano scomparso e finito nel dimenticatoio.
Geniale iniziare da un disco che si presenta come un’antologia di successi. L’ironia è alla base del vostro DNA a quanto pare o sbaglio?
Diciamo che siamo talmente seri che non veniamo mai minimamente presi sul serio; dunque è questa l’ironica chiave di lettura.
Siamo degli equilibristi, in bilico tra diverse interpretazioni di un quotidiano alternativo…ho esagerato? Vabeh, come direbbero gli amanti di Monicelli…ci rifugiamo spesso nella “supercazzola”.
Ecco per voi cos’è l’ironia? Che poi dentro le canzoni l’ironia l’ho sempre codificata con generi come lo ska… voi invece siete rock…
Intanto ti ringrazio per non aver detto Pop, perché siamo molto poco “popular”. Diciamo che, ascoltando “BURRO – I grandi successi de i Vendrame”, vi accorgerete del passaggio continuo da un genere musicale all’altro. C’è la ballad, il rock, il fintoPunk, il folk, la bossanova, il twist…insomma supercazzola progressive.
Diciamo che non “incastrarci” in un genere musicale ci aiuta ad esprimere meglio i concetti e sperimentare sempre nuove idee musicali, fondendo strumenti convenzionali con altri più d’avanguardia come per esempio il “topa topa”.
E “Burro” invece? Cosa c’entra nel titolo e nel leitmotiv del disco?
Non me lo ricordo più
Diciamo che in un tempo di grandi “futurismi” digitali, tornare ad ascoltar un disco che non si prende sul serio, che è dissacrante con intelligenze e soprattutto che si presenta con un suono “suonato” è una vera rarità. Oggi la canzone ha una forma così iper prodotta… cosa ne pensate?
Sono molto in accordo. Non è un caso la nostra identificazione in “Malcomplesso” ovvero costituire un “problema” per gli standard discografici di oggi, dato che non c’è più interesse ad investire in progetti musicali concettuali, perchè è più remunerativo puntare su micro-meteore generatrici di click. Infatti la nostra scelta mira ad un enorme insuccesso discografico!