Granelli racconta il nuovo singolo. L’intervista su MIE.
Il giovane cantautore bergamasco Granelli torna con il nuovo singolo “Ho Un Cane Anche Io”, brano dalle sfumature anni ‘80 agrodolci che, attraverso la metafora affettiva verso gli amici a quattro zampe, sottolinea uno dei paradossi della nostra società in cui chi non ha niente è spesso più umano di chi ha tutto.
Lo abbiamo intervistato per scoprire qualcosa di più su di lui e sul suo progetto.
HO UN CANE ANCHE IO – Videoclip Ufficiale
Scrivi musica praticamente dall’adolescenza, cosa è cambiato nel modo di scrivere e di rapporti a questa realtà in questi anni?
Quando ho iniziato a scrivere non avevo coscienza di cosa stessi facendo. Scrivevo in un inglese lessicalmente poverissimo, solo perché più adattabile a melodie semplici. Da quando ho iniziato a scrivere in italiano (2012), ho virato sui contenuti. E ultimamente sto lavorando molto per rendere i miei messaggi meno criptici e più accessibili nella forma.
“Ho un cane anche io” è il tuo ultimo singolo. Parlaci di questo brano tanto diretto quanto profondo.
L’ho scritta di getto. Non più di un paio d’ore per melodia e testo. Quando cammino per strada e vedo la povertà economica e umana tendo a ignorarla, perché sento di non avere i mezzi adeguati ad aiutare veramente gli altri. Ma poi trattengo tutte le immagini, e mi sento ancora più inadeguato. Il brano è il mio primo tentativo di fare un racconto universale.
MIE vol.15, la playlist di Marzo targata Musica Italiana Emergente
Cosa pensi a proposito della scena musicale che ci circonda oggi?
Penso che oggi possiamo scegliere chi seguire e chi no: un po’ come quando dai 6 canali degli anni ’90 si è passati al digitale terrestre. Di recente ho scoperto Limone (Filippo Fantinato), Io Virgina e il Lupo, Lucio Corsi. Fantastici. Il problema è che per scovare artisti che parlino la propria lingua ci vuole uno sforzo di ricerca, che non tutti hanno tempo di fare.
Il tuo sound è un piacevole mix tra il passato e il presente. Quali sono gli artisti ai quali ti ispiri per comporre la tua musica?
Quando scrivo cerco sempre di pensare a cosa direbbe Giorgio e come, altrimenti mi blocco. Ma alla fine quello che ascolto rivive in quello che scrivo, me ne accorgo, e mi sta bene. Ho ascoltato alla nausea “Confusa e felice” di Carmen Consoli, brani di Bersani, Cremonini, Coez. Sul sound mi sento molto libero, ogni brano fa storia a sé. Sto ancora cercando un mio “marchio di fabbrica” e un produttore che mi segua in un percorso più strutturato.
La metafora del cane come unico amico dell’uomo da una parte e come oggetto antinoia dall’altro è molto chiara all’interno del tuo brano. Come mai hai scelto proprio il cane come metafora del paragone tra chi ha tutto e chi non ha niente?
Ho scritto di getto la frase “ho un cane…” e mi è piaciuta, perché evoca un qualcosa di molto tangibile.
Questo nuovo singolo precede per caso l’uscita di un EP o di un disco? Quali sono i tuoi progetti futuri a riguardo?
Top secret, ma neanche troppo. Sono un pessimo creatore di hype. Avrete altre canzoni già da inizio primavera, di questo sono sicuro.