FRANCESCO GARITO: il nuovo VIDEO è EVISIONI
Non un esordio quello di Francesco Garito ma sicuramente un’evoluzione prima ancora che una conferma. Un lavoro sintetico, essenziale, privo di finzioni computerizzate. Un disco istintivo dove il suono è analogico e dove l’estetica è artigianale.
Si intitola “L’Attesa” e con questo nuovo disco dimostra di saper tornare alle origini. M.I.E. vi presenta il nuovo video del singolo “Evisioni”.
Una poesia di Paolo Dattola che il cantautore toscano musica per noi, così come troviamo a chiusa di questo disco uscito nel 2017 per la RadiciMusic Records, la suggestiva “Giorno d’autunno” di Rilke.
Per il resto è farina del sacco di un artigiano della nuova scena della musica d’autore italiana.
L’intervista a Francesco Garito
“Evisioni”: dove nasce l’idea e il bisogno di dare musica ad un testo poetico?
Non c’è un idea od un ragionamento dietro, piuttosto un intuizione, un ispirazione che il testo ha dato al momento della prima lettura, la melodia era già nelle parole io non ho fatto altro che assecondarla.
Un video assai particolare, denso di significati e di strane visioni. Ci dai una chiave di lettura vincente?
Intanto la parola vincente non si addice a questo video, tantomeno ad un opera, ognuno ci può vedere dentro quello che gli pare, la mia visione o chiave di lettura sta tutta nei gesti ripetitivi che le protagoniste, di diverse età, compiono, un compito giornaliero che devono svolgere e nel mentre si lasciano evadere in luoghi della mente o della natura che nel video appaiono psicadelici.
Questo è il mio punto di vista ma probabilmente se chiedessimo a Claudia che lo ha ideato ci direbbe qualcosa in più o in meno.
Ma in fondo, parlando sempre di proprie interpretazioni, sei della scuola di chi pensa sia bello che ognuno interpreti un’opera come vuole?
Ma direi di si, un opera una volta prodotta no appartiene più al creatore, ovvio che ognuno gli dia una propria chiave di lettura che di solito non si scosta molto dall’ispirazione che l’ha germogliata, però è bello e salutare per l’opera stessa appartenere a tutti e nessuno.
Si torna a parlare di questo disco “L’Attesa”.
Da una ricerca in rete mi pare abbia ricevuto un bel po’ di consensi ed è stato accolto bene dalla critica.
Dunque fare il cantautore oggi… ha ancora un senso di tipo mediatico?
Intanto dico subito che quando si ricevono attenzioni fa piacere, credo che le canzoni oggi non incidano sulla società, non spostano opinioni, non determinano comportamenti ma forse riescono ad alleviare la quotidianità, poi la canzone d’autore è una nicchia, un rifugio per pochi appassionati…io scrivo per bisogno di esprimermi e per quei pochi che mi ascolteranno, alla mia età non penso più certo ai media che da parte loro dedicano sempre meno spazio a certa musica.
“In futuro si parlerà di canzone d’autore come si parla oggi della carboneria”
Tutti consapevoli di quanta scarsa cultura veicolano radio, tv e giornali. Secondo te cambieranno le cose?
No, non credo che le cose cambieranno anzi credo proprio che in futuro si parlerà di canzone d’autore come si parla oggi della carboneria!
Il linguaggio è cambiato, i modi ed i mezzi di comunicazione sono cambiati, non so se sia bene o male ma bisogna essere consapevoli di tutto questo.
Col senno di poi, dopo una produzione importante come quella per il disco “Fotografie”, passando oggi ad un disco più istintivo e meno estetico come “L’Attesa”, ti senti soddisfatto o pentito?
In futuro quindi che direzione prenderai?
Sono assolutamente soddisfatto del mio percorso perchè è esattamente quello che volevo ed in futuro potrei trovare il giusto equilibrio tra le cose, le idee ci sono ma ci vogliono prima di tutto le canzoni ed io sono molto riflessivo nella scrittura e molto severo con me stesso quindi immagino che non sarà un lavoro a breve termine.
La redazione di MIE