Debutto con l’ep omonimo per i Monolite. L’intervista su MIE.
I Monolite è il trio composto da Vincenzo Stomaci, Alessandro Pellegrini e Gianluca Riccio che con testi in italiano e un’impronta rock sicura e graffiante ha debuttato con l’EP omonimo contenente cinque brani.
“Resti di me” a cui la band ha dato il ruolo di pilastro di questo capitolo discografico e di cui hanno presentato il videoclip ufficiale uscito il 14 Maggio 2020 e che vede la regia di David Petrucci.
Resti di me, il video ufficiale
Ragazzi, benvenuti su MIE. Monolite rappresenta un nuovo capitolo del vostro percorso artistico nato dalle ceneri della vostra precedente band. Si può parlare di un ricominciare da zero?
Innanzitutto grazie mille per questa opportunità Salvatore. Beh, per prima cosa la reunion è stata del tutto inaspettata. Dopo circa 3 anni dal nostro ultimo live insieme ci siamo ritrovati in un contesto comune e abbiamo deciso di riprovare.
Diciamo che con me alla voce la formazione era inedita. La strada e il sound che volevamo cercare chiaramente si sarebbe sposato con altre caratteristiche canore … ti direi che è stato un vero e proprio ricominciare da zero. Chiaramente all’inizio ci siamo preoccupati principalmente di testare che le sintonia tra di noi fosse rimasta … e così è stato
Dopo una fase iniziale di assestamento, tra cover e inediti hard rock cantati in inglese, avete tirato fuori il vostro primo capitolo, un ep omonimo. Quanti brani avete scritto prima di scegliere quelli che sarebbero entrati a far parte del vostro primo biglietto da visita?
La fase di assestamento ha richiesto il suo tempo… una volta deciso che avremmo suonato in italiano i pezzi sono venuti uno dietro l’altro, alchè prima di andare avanti abbiamo deciso di “testare” il terreno con un EP per sondare la risposta di un ipotetico pubblico.
Vincenzo Stomaci, Alessandro Pellegrini e Gianluca Riccio: tre teste ed immagino influenze musicali diverse. Quali sono e quanto hanno contribuito alla realizzazione dei cinque brani?
Sì può dire che deriviamo tutti e tre dal “rock d’annata”,chi più chi meno, influenzati dai maestri del genere ,a partire dagli intramontabili Led Zeppelin ,Guns, il filone hair metal degli anni 80. Questo background si è fuso con il grunge dei Nirvana, degli Alice in Chains e dei Soundgarden. Chiaramente, inseriti in un contesto italiano non potevano mancare i primi Negramaro, i Verdena, Vasco Rossi e Ligabue.
Tutto questo è stato compresso nei Monolite. Sapevamo benissimo quello che si doveva e “non”si doveva fare con il nostro sound … cioè asciugare il più possibile virtuosismi e proporre una musica che arrivasse diretta al nostro pubblico.
“Resti di me” è il singolo accompagnato dal videoclip, un brano che sa di forza e rivalsa. Come mai avete scelto di incentrare e sviluppare il vostro Ep attorno a questo brano?
Prima cosa è stato l’ultimo che abbiamo scritto. Quindi quello che aveva un certo tipo di maturazione e ricerca. Esce un po dagli schemi dell’alternative classico.
Ha un ritornello con una cassa martellante, quasi dance, è privo di assolo, presenta un intermezzo strumentale originale… sentivamo che ero quello più adatto per presentarci. Con un ritornello di impatto che rimane…
Monolite, l’ep omonimo su Spotify
Da“Velo nero” a “Tra i miei difetti” c’è una differenza di sound, sempre energico, che si addolcisce ma traspare sempre una bella voglia di dare il massimo. Quanto sono importanti queste canzoni e quale di queste vorreste che fosse ascoltata per dare l’idea di chi siete a livello artistico?
Tra i miei difetti, come “la stanza” è uno dei primi brani che abbiamo scritto. Infatti i tipi di arrangiamento seguono più o meno lo stesso filone con una strofa tipo ballad e poi un ritornello e finali potenti quasi verso l’hard rock più spinto.
È un pezzo scritto a 3 mani che ha racchiuso e racchiude quella disillusione di una realtà molto lontana dalle aspettative. Questi progetti che sono ancora chiusi in un cassetto ma “urlano” per essere realizzati.
Velo nero, è il brano più complesso.
Presenta dei cambi armonici tra strofa e ritornello davvero interessanti con un solo importante. Direi che è uno tra i pezzi che più si avvicina al grunge, con una strofa cupa e un ritornello violento. Parla dell’addio a noi stessi e la svolta verso un cambiamento.
Immagino che fare musica per voi non sia solo dire la vostra ma avere anche degli obiettivi come quello di farsi ascoltare. Dove vi piacerebbe che il vostro EP fosse ascoltato?
Direi che non siamo tanto collocabili e questo è un bene. Siamo i Monolite, ci avviciniamo ad un pubblico fortemente legato al grunge di Seattle ma che chiaramente si riconosce in un’identità del tutto personale e italiana. Si sicuramente ci piacerebbe che il nostro nome cominciasse a girare nell’underground romano, prima di tutto, e nelle grandi città italiane.
L’estate è alle porte e, anche se “inciampando”, si riprenderà probabilmente a fare live. Cosa vi siete prefissi per l’estate e quali saranno i prossimi passi per concludere questo funesto 2020?
Speriamo di ripartire nei club romani e qualche evento nel Lazio… al momento aspettiamo di esibirci per i concorsi di Sanremo Rock e Radio Rock.
L’obiettivo più grande sarebbe quello di impostare un piccolo tour per autunno che ci dia la possibilità di proporre la nostra musica.