BRAIN DAMAGE intervistato da MUSICALIVE
Brain Damage ha presentato il nuovo singolo “Boom Boom Chack”.
Il singolo è tratto dal EP omonimo e rappresenta l’esordio di questo giovane autore marchigiano.
Puoi raccontare chi è Brain Damage?
Brain Damage è un ragazzo interfacciatosi a piccoli passi con il mondo del rap con la convinzione di esprimere se stesso tramite la scrittura e l’esposizione dei propri testi. Sono Manuel e vengo dalle Marche, un ragazzo giovane e con una forte passione per la musica black, proprio come tanti altri. Le esperienze passate mi portano a sentirmi affetto da un dolore “mentale”, appunto metaforico, da cui appunto il nome d’arte.
Come è stato pensato, progettato e realizzato questo lavoro? Puoi raccontare qualche passaggio che ritieni fondamentale e/o semplicemente per te importante?
Tale progetto è stato pensato per esprimere al meglio la mia rabbia e la mia sofferenza, racchiudendo il tutto in dodici brani. Ad agosto del 2016 scrissi il mio primo pezzo e decisi di pubblicarlo indipendentemente. Col passare del tempo cominciai a sfornare almeno un pezzo alla settimana, finché non firmai il mio primo contratto distributivo che mi permise di pubblicare un vero album con le presenti tracce incise nel mio homestudio durante tutti questi mesi. Esco così con il mio primo progetto autoprodotto sotto la gentile concessione della 40 Gradi Records.
I tuoi brani godono di un flow calmo, a tratti ricoperti da intere frasi in lingua inglese, una metrica cantata che non necessita di autotune (o simili). Cosa ne pensi delle liriche dei rapper odierni che sembrano essere totalmente opposti a questa tua caratteristica?
Credo che l’uso dell’autotune sia inutile e finto. Si, è vero che nei miei pezzi sono solito a esprimere concetti in melodia come, ad esempio, Nate Dogg ai tempi (R.I.P.), ma tutto ciò è vero, privo di filtri e piaccia o non-piaccia è la mia voce così com’è. Cosa penso dei rapper odierni? Credo che facciano rap solo per moda, poiché i testi privi di concetti e significato, caratteristiche ricoperte da recipienti di parole rovesciate a caso sul foglio. A volte credo che non ci sia un “messaggio” nei testi, e quelle poche volte che lo trovo avrei preferito non trovarlo.
Il pensiero di Brain Damage
Mi piacerebbe che tu pensassi a come poter descrivere “Boom Boom Chack” in una sola frase: quale sarebbe? E perché?
La definirei così: “Lirica pura che rappresenta il mio essere”. Questo perché, per l’appunto, tendo a toccare note alte durante l’esecuzione del singolo.
Mi ha colpito davvero “Come me”: da cosa nasce questa tua opera?
L’opera “Come Me” la scrissi durante l’attesa della morte di una persona molto cara, che si sarebbe salvata. Il brano esprime concetti reali e a tratti tristi, se vogliamo essere diretti e sinceri, ma rappresenta me stesso in quel periodo della mia vita.
Quel “…sto morendo dentro…” di cui parli in “Io Contro I Sucker”: cosa è realmente?
E’ una sorta di ambiguità, espressa con il desiderio di scappare da tutto ciò che mi circonda, dai familiari ad eventi accaduti. Mi sentivo oppresso ed impotente di fronte alle difficoltà che al tempo mi affliggevano e perciò è stata usata tale espressione, la morte interiore.
Può sembrare scontata la risposta ma ogni artista ha un’idea interessante a riguardo: credi che in Italia ci sia una connessione tra underground e mainstream per quanto riguarda il tuo genere?
Parlando di connessione tra underground e mainstream credo che ci sia poco da dire. Ci vorrebbero meno termini e più azioni. Credo che la maggior parte dei ragazzi come me siano stanchi di questo mainstream che non ci rappresenta e di questo underground che viene ucciso, ogni giorno di più.