BOMBAY: un cantautore da tenere d’occhio.
Gabriele Di Majo, in arte Bombay, è l’ennesimo esempio di quanta buona musica c’è in quello che chiamano “sottobosco” della musica italiana.
Ascoltare “Il ritratto di Bombay” è una vera e propria dose di tranquillità che porta ad ascoltare la semplicità delle canzoni contenute nell’album e se si cerca su internet si può facilmente dedurre che il cantautore non è passato inosservato pur essendo uno di quelli che, da autoprodotto e che si promuove autonomamente, naturalmente emergerà dal calderone o limbo in cui centinaia di nuovi artisti sono imbrigliati.
Diciamo che il ragazzo ci sa fare e dalle sue canzoni si può notare il gran rispetto per la storia della musica italiana e questo album, di cui la foto di copertina è stata scattata da Cristiano Brogani e la grafica porta la firma di Stefano De Marco, ha tantissimi aspetti che portano a capire non solo lo spessore artistico di Bombay.
L’album, le collaborazioni e la semplicità per comunicare
Questo è un album realizzato come dovrebbe sempre essere e le registrazioni sono state fatte presso il Monkey Studio gestito da Lucio Leoni, altro artista che potrete trovare tra gli articoli di Musica Italiana Emergente.
Ciò fa capire quanto sia importante la collaborazione tra artisti e sicuramente un altro aspetto delle canzoni di questo album è avere bene in mente cosa si vuole comunicare e basta, in alcuni casi, semplicemente un “chitarra e voce” per arrivare e lasciare qualcosa di buono nelle orecchie di chi ascolta solo buon musica e si è distaccato da tempo da network tradizionali.
Insomma, questo ragazzo ha la stoffa per crearsi uno zoccolo duro e arrivare ad essere un valido esponente della musica italiana.