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Beppe Cunico: un bellissimo ritorno al passato prog.

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la redazione di MIE

Belle sensazioni di storia, di rock progressivo, di pareti di suoni e di organze barocche… ma sono bellezze anche fatte di visioni, sociali e romantiche.

Eccoci nei solchi di un vinile come quello di Beppe Cunico dal titolo “Passion, Love, Heart & Soul”, ecco dentro le trame che faranno bene al cuore dei nostalgici.

Canzoni inedite che segnano l’esordio di Cunico, lavoro che si copre del fascino rock progressivo e psichedelico degli anni ’70, dalle maschere dei Genesis ai dolcissimi “droni” quasi trasparenti dei Pink Floyd.

Un video di animazione firmato da Nicola Elipanni & Federico Amata. Ennesimo passaggio sociale di questo disco…

Silent Heroes, il videoclip ufficiale.

 

 

L’intervista a Beppe Cunico.

Esordio giunto nel tempo della tua maturità. In genere gli esordi sono da attribuirsi ai giovanissimi con tutta l’ingenuità del caso… cosa ne pensi?

Penso che se hai qualcosa da dire per cui ne vale la pena, l’età non conta. L’importante è essere sinceri e credibili, altrimenti produci nient’altro che guano.

Bellissimo questo video. Ce lo racconti? Da dove nasce?

Attraverso le animazioni astratte ed i cambi di colore di questo video, ho voluto rappresentare sia la tristezza che provo nel vedere la decadenza della musica, dell’arte e della cultura in generale, che la voglia di rompere questo torpore attraverso una ribellione creativa.

Da un lato c’è il cosiddetto show business; penso alle major discografiche, avide e prive di scrupoli, ai talent show buoni solo per vendere abbonamenti alle pay-tv grazie a scenografie spettacolari e coreografie fantasmagoriche.

Dall’altro invece c’è la passione sfrenata, quasi rabbiosa, che porta molti musicisti a creare, ad esprimersi liberamente senza pensare al successo, dando vita a musica autentica, suonata senza porre limiti alla fantasia e all’immaginazione.

È uno sprono a liberarsi dagli stereotipi musicali attuali, privi di ogni anima e ricerca, ed abbracciare la vera musica, quella in grado di salvare il mondo dall’autodistruzione, portando dialogo ed unione.
Ho voluto queste animazioni in 2D per rendere il messaggio più diretto, senza usare tecniche sofisticate, che potevano distogliere l’attenzione dalla musica e dal testo. E poi volevo rifarmi anche a quei mondi astratti che Roger Dean amava disegnare.

L’inglese. Ecco un punto che percepisco debole. Perché questa scelta e non proiettarsi dentro testi onirici e ricchi di spiritualità come accadeva per il prog italiano di quell’epoca?

All’inizio tutto era in italiano ma poi, quando ho dovuto cimentarmi con il canto ed essendo io alle primissime armi, ho trovato un’alleata nella lingua inglese. E siccome sentivo il mio progetto maturo, non potevo perdere la magia del momento per diventare più bravo.

Così è come sono io adesso, senza trucco né maschera. Sicuramente i prossimi lavori saranno in italiano.

Ma dentro sbaglio o ci troviamo anche il bel rock epico di tanta parte americana?

Sicuramente gruppi come Boston, Kansas, Chicago hanno fatto breccia nel mio animo rock e quindi è normale sentire qualche eco d’oltreoceano.

Ovviamente non poteva mancare il vinile… in totale coerenza con il genere…

Eh, si. È un sogno che si avvera: poter aprire le ante del vinile, sedermi ed ascoltare il suono della puntina, guardando il booklet dei testi con i disegni e le foto del work in progress è meraviglioso.

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