Alex Afilani racconta “A Fine Mese”. L’intervista su MIE.
Alex Afilani, nuovo volto della scena romana, è già online con “A Fine Mese”, pezzo che affronta e sottolinea le problematiche e la sfiducia collettiva di una società ormai allo stremo.
Pubblicato per l’etichetta Beat Up, il brano esprime, tramite melodie intriganti, suoni nuovi e intensità del testo la necessità di imparare a staccarsi dall’isolamento in cui il mondo in cui viviamo ci costringe.
A FINE MESE – Videoclip Ufficiale
L’intervista ad Alex Afilani.
Tra la tua prima esperienza artistica con la band “Stato mentale alterato” e questo nuovo progetto solista sono passati diversi anni. Cosa è cambiato in questo lasso di tempo nel tuo modo di fare musica?
Mi approccio alla fase di composizione senza pormi dei limiti a priori. Ho cominciato a lavorare sulla necessità di definire un mio personale linguaggio musicale e di allontanarmi dalle etichettature a cui le band vanno incontro con più facilità rispetto agli artisti solisti. Dalla band ci si aspetta innanzitutto un sound, mentre dal cantautore un linguaggio: questo mi permette, essendo anche compositore, di definire intorno al mio linguaggio una maggiore elasticità musicale e dare sfondo alla mia trasversalità.
“A Fine Mese” è il titolo del tuo ultimo singolo. Parlaci di questo brano.
A fine mese è, purtroppo, il ritornello delle famiglie italiane e non della mia canzone. Ho ascoltato la gente ed ho osservato in prima persona, vivendo in periferia, le conseguenze di una crisi economica che sta colpendo la classe medio/bassa e che contribuisce all’acuirsi di tutta una serie di atteggiamenti: isolamento, diffidenza, disprezzo e una sostanziale radicalizzazione del razzismo che gradualmente ha sostituito il classismo come forza motrice di svisceramento della violenza nelle piazze.
In questo brano a livello di sound passi da un genere all’altro con estrema facilità. Quali sono gli artisti ai quali ti ispiri per comporre la tua musica?
Ascolto un’infinità di musica, ma principalmente mi ispiro alla tradizione nera per mantenere sempre un feeling ritmico che spesso chi scrive in italiano sacrifica a favore della nostra lingua, sonoricamente ridondante rispetto all’inglese, e ovviamente alla tradizione del grande cantautorato.
MIE Vol.15 su Spotify, la playlist firmata Musica Italiana Emergente
Al giorno d’oggi per i gruppi emergenti è sempre più difficile trovare spazio per esprimersi all’interno della nostra scena musicale. Cosa ne pensi della situazione che caratterizza il nostro paese oggi dal punto di vista artistico?
Oggi bisogna costruirsi un proprio spazio, o forse meglio dire, un proprio brand tramite le piattaforme social e Spotify (Su tutti). Queste ci danno la possibilità di entrare subito in contatto con le persone e di presentargli il nostro prodotto: ovviamente il ‘’successo’’ sul web ha un valore diverso da quello reale e va generalmente sottostimato, ma è un primo passo tramite il quale spostare gente nei propri live. Chi fa questa prima parte di lavoro bene, trova spazi ( bisogna poi ovviamente considerare il genere ed il pubblico di riferimento).
Il tuo nuovo singolo è caratterizzato da un sound piuttosto variegato e un ritmo molto incalzante, quando avremo l’occasione di ascoltarlo dal vivo?
Presto partirò per non fermarmi più!
“A Fine Mese” anticipa per caso l’uscita di un EP o di un disco? Quali sono i tuoi progetti futuri in questo senso?
A Fine Mese fa parte del progetto dell’Ep già presente su tutte le piattaforme dal titolo ‘’Ciò che è stato è stato’’. E’ stato tuttavia pubblicato come singolo, insieme al video, il 10 gennaio per dargli una risonanza diversa e perchè sostanzialmente è slegato dal richiamo alle sonorità vintage presenti nell’Ep. Per il futuro ho in mente un disco che potrebbe rivelarsi un crocevia per il nuovo cantautorato italiano, ma non voglio rivelare nulla. Probabilmente la mia prossima uscita sarà un singolo che farà da ponte a questi due progetti.