Su Musica Italiana Emergente, l’intervista ai Jester in Jail.
I Jester in Jail sono Matteo Melchiorri (Voce, Chitarra), Gennaro Tomma (Voce, Basso) e Giacomo Branchesi (Batterie).
Nascono nel Marzo del 2017, con poche pretese, forse solo una: scrivere pezzi propri. L’amore per il punk-rock e il brit-pop porta i 3 ragazzi alla creazione di melodie uniche, particolari, che riassumono stili di vari artisti diversi quali Greenday, Pink Floyd, Foo Fighters, Oasis.
I Jesters iniziano il loro cammino in una piccola soffitta di via Ponchielli, in incidendo alcuni demo casalinghi e riscontrando un discreto successo mediatico. I primi concerti sono spesso e volentieri in ambito scolastico, facendosi largo fra la miriade di ragazzine impazzite per la band. Passano la prima estate e il primo inverno velocemente, e i tre decidono di entrare in studio e incidere il primo disco, un EP intitolato “The Worst Is Yet To Come” (Il peggio deve ancora venire) contenente 5 tracce, fra cui emergono The Secret (Your Name) e Save Me. Il disco esce il 1º Giugno 2018, è un buon successo per i ragazzi che lo promuovono con vari live sparsi in tutta Italia. Non passa molto tempo che già possiedono buon materiale con cui lavorare e firmano per Seahorse Recordings.
“Memories Faded & Broken Hearts” uscito nel 2019.
Il disco, un 11 tracce in lingua inglese, porta con se un tema a libera interpretazione: le memorie sbiadite e i cuori infranti, vari episodi di tali situazioni, partendo dalla semplice “Now we are nothing under the morning light” (Ora non siamo più nulla sotto la luce del mattino), alla potente “Mannequin” (Manichino), in cui si evidenzia l’infelicità dell’essere usati, dell’essere trattati come fantocci del circo. Un manichino infatti sarà il protagonista delle grafiche del disco.
Oh, Feelings!, il videoclip ufficiale
L’intervista ai Jester in Jail
Come è nato questo progetto e quali sono le visioni e gli obiettivi che vi siete preposti?
Il progetto Jester in Jail nasce nel 2017 da Matthew (voce, chitarra) e Branco (batteria), frammenti di una vecchia cover band. Poco dopo completano il trio con Thom (voce, basso). La band nasce dalla necessità comune di proporre musica propria, di esprimersi fondendo i tre diversi background musicali di ognuno di loro, trovando un punto di incontro con il primo EP “The Worst is Yet to Come” (2018) e poi il Full-lenght “Memories Faded & Broken Hearts” (2019), inciso per Seahorse Recordings.
Il nostro vero obiettivo è quello di rappresentare i nostri pensieri, le nostre sensazioni e la nostra interiorità attraverso l’arte, con la speranza che qualcuno si possa riconoscere nelle nostre opere.
Quali sono i temi che hanno ispirano maggiormente le canzoni del vostro album? C’è un fil rouge che li unisce?
Le nostre canzoni parlano di rabbia, paura, conflitto interiore e amore, ma non un amore platonico, romantico e idealizzato: abbiamo compiuto, infatti, un viaggio nei meandri più oscuri di questo sentimento, soffermandoci maggiormente sulla parte negativa, come l’amore violento, non ricambiato e bugiardo, la repulsione e l’amore perduto.
Come filo rosso ci piace, oltre al tema, poter pensare che tutti i brani siano legati dallo stesso sound, che chi ascolta il disco possa apprezzarlo come un’unità e non come una serie di titoli sconnessi.
Parliamo della copertina di “Memories faded & broken hearts”, che ritrae un manichino lanciato nel vuoto. Ci raccontate il perché di questa scelta? Cosa simboleggia?
Ci piaceva l’idea di creare qualcosa di semplice ma al contempo impressivo.
Il manichino rappresenta l’arrendersi di fronte all’impossibilità di affrontare i propri sentimenti, gettando idealmente la propria anima emotiva da un dirupo. Un suicidio intellettuale che tenta di annullare le sofferenze generate da una realtà in cui è sempre più difficile essere compresi.
Potremmo definire questo lavoro come “l’album dei cuori infranti”?
Sì, potremmo definirlo il manifesto e il rifugio per ogni cuore spezzato.
Quali sono le tre canzoni che ritenete possano rappresentare il miglior biglietto da visita per farvi conoscere, quelle davvero imprescindibili per veicolare l’identità del vostro progetto musicale?
Ad oggi, se dovessimo riassumere in tre brani l’essenza di questo disco, diremmo “Oh, Feelings!”, “When I’m Alone” e “Run” brani dai quali sentiamo di essere rappresentati maggiormente.
Secondo voi, perché il pubblico dovrebbe ascoltare i Jester in Jail?
È sempre importante dare un’opportunità ai giovani che tentano di espimersi attraverso la musica e l’arte, e questo potrebbe già- bastare. Senza peccare di vanità, ci piace pensare che nel nostro lavoro qualcuno si possa riconoscere e trovare conforto.
Siete all’album di debutto, un momento molto importante per la genesi di ogni progetto musicale che possa perdurare nel tempo. Vi ritenete soddisfatti del lavoro fin qui svolto? Solitamente, chi è il più critico tra voi?
Riteniamo fondamentale che un progetto debba evolversi continuamente. Come punto di partenza, siamo assolutamente soddisfatti.
Solitamente siamo tutti e tre molto critici su ogni ambito, e questo è sicuramente un punto di forza per potersi migliorare continuamente.
L’obiettivo primario di ogni band è sempre quello di riuscire ad esibirsi su un grande palco. Se aveste la possibilità di scegliere, nell’ambito di quale grande evento italiano o estero sognereste di esibirvi?
I grandi palchi fanno gola a tutti, ma per noi l’importante è costruire un pubblico presente e affezionato che ci supporti anche nel più piccolo dei palchi, nel più nascosto dei locali.
In ogni caso, il Glastonbury non ci dispiacerebbe.
Come avete vissuto musicalmente la quarantena? Avete altri progetti in cantiere?
Ci siamo divertiti a pubblicare degli spezzoni homemade di tutte le canzoni del disco, che potete trovare sui nostri social Facebook e Instagram. Abbiamo approfittato della “pausa” per sistemare il nostro sito web e la nostra pagina bandcamp.
Abbiamo inoltre pubblicato un EP acustico, “Lakeside Memories”, contenente 4 tracce acustiche live estratte da Memories Faded & Broken Hearts.
Per quanto riguarda il futuro, abbiamo in progetto di trasferirci in Inghilterra per poter lavorare su un nuovo album, già in cantiere. Al momento stiamo proseguendo con la sponsorizzazione del disco con singoli e video, tra cui l’uscita del video ufficiale di “Run” in programma per il 7 Luglio.
Grazie ragazzi e in bocca al lupo.
Crepi, grazie alla redazione di MIE. Saluti, Jesters.
I Jester in Jail su Spotify